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Il presidente dell'Associazione Magistrati Calabrò: "La penalizzazione alla Juve è un aborto giuridico"

Posto l’accento sulla «incertezza del diritto su cui si è basato il processo sulle plusvalenze dei calciatori e su una condanna senza reato perché, di fatto, non si è violato alcun regolamento federale».

Si è parlato di Juventus e del futuro della società bianconera, lunedì sera al Royal Palace Hotel, dove lo Juventus Club “John Charles”, presieduto da Gustavo Ricevuto, che ha moderato gli interventi, ha organizzato un incontro dibattito a cui ha preso parte Piero Calabrò, presidente dell’associazione Nazionale italiana magistrati e noto opinionista televisivo.

Al tavolo dei relatori presente anche Salvatore Capraro, referente regionale degli Juventus official Fan Club Sicilia. Fra i relatori anche il giornalista della Gazzetta del Sud, Nuccio Anselmo che, nel suo intervento, ha illustrato alcuni dei passaggi che hanno portato alle pesanti sanzioni, nei confronti della Juve, da parte della Corte d’Appello Federale, ponendo l’accento sulla «incertezza del diritto su cui si è basato il processo sulle plusvalenze dei calciatori e su una condanna senza reato perché, di fatto, non si è violato alcun regolamento federale».

Subito dopo è intervenuto l’ex magistrato Piero Calabrò il quale, innanzitutto, ha voluto ribadire che «da un processo già chiuso si è passati ad un appuntamento giudiziario che, sostanzialmente, si è trasformato in un vero e proprio processo, celebrato in grado unico e senza la possibilità, per le parti accusate, di mettere in atto prove difensive. In un simile contesto si è arrivati alla determinazione di sanzionare la Juventus in maniera più afflittiva rispetto a quanto richiesto dalla Procura, senza che sia stato motivato il perché. A parte i 15 punti di penalizzazione in classifica, pensate a dirigenti come Fabio Paratici che hanno subito 30 mesi di inibizione. Una sanzione che gli rovinerà la carriera in base al fatto che sarebbe stato violato il principio di lealtà e correttezza, fatto, fra l’altro, neanche contestato alla Juventus».

Il passaggio successivo ha visto Calabrò soffermarsi sul ricorso del club torinese al Collegio di Garanzia del Coni e su cosa potrebbe accadere. «A mio avviso – ha detto – il Collegio di Garanzia del Coni dovrebbe, uso il condizionale perché l’aria che tira non lascia molte speranze, ribaltare questa situazione che io inquadro come un vero e proprio aborto giuridico. Se ciò non dovesse accadere, alla Juve resterebbe ben poco da fare. Solo un ricorso al Tar per risarcimento dei danni. Resta il fatto che, così, sarà solo la Juventus a pagare i mali di tutto il calcio. Anche un bambino capisce che una plusvalenza non la si può fare da soli. Non esiste una normativa e non è materia semplice».

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