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Report riscrive Calciopoli: il patto politico-industriale e le indagini farsa. Il ruolo di Moratti

Massimo Moratti

Dietro l’inchiesta di Calciopoli c'è un «patto politico-industriale». È quanto si è ipotizzato nel corso della puntata di Report di ieri sera. La tesi, che secondo la stessa trasmissione resta «tutta da dimostrare», si basa su una dichiarazione da Paolo Bergamo, designatore arbitrale, secondo cui ci fu un’intesa fra gli imprenditori Massimo Moratti e Marco Tronchetti Provera, in orbita Inter, e alcuni personaggi di Torino che gravitavano intorno alla famiglia Agnelli. L’obiettivo era portare John Elkann al vertice del gruppo Fiat, mentre con Antonio Giraudo, all’epoca amministratore delegato della Juventus, sarebbe invece toccato ad Andrea Agnelli, figlio di Umberto Agnelli, al quale Giraudo era molto legato. Bergamo ha detto che in proposito ebbe una conversazione con Nicola Latorre, senatore del Pd: «Mi disse che secondo lui stava finendo la prima repubblica del calcio italiano».

Il retroscena su Moratti

Una «cena segreta» tra Massimo Moratti, presidente dell’Inter, e il designatore degli arbitri, Paolo Bergamo, è uno dei retroscena rivelati sempre dalla trasmissione tv Report. A parlarne è stato lo stesso Bergamo. Il presidente dell’Inter, Massimo Moratti, lo aveva invitato dopo la sconfitta del 5 maggio 2002 con la Lazio costata ai nerazzurri lo scudetto. La cena ci fu a luglio. «Moratti - ha raccontato Bergamo - mi chiese perché gli arbitri ce l’avevano con l’Inter». In seguito, secondo la ricostruzione di Report, Moratti si rivolse all’allora capo della security di Telecom, Giuliano Tavaroli, per fare svolgere degli accertamenti sui favoritismi arbitrali: un «lavoro di intelligence» che Tavaroli commissionò alla società Polis Distinto. «Ma erano indagini illegali e io quando lo seppi feci causa», ha commentato Bergamo. Nel corso della puntata è stato fatto presente che il procedimento giudiziario che ne è seguito è stato chiuso da"un accordo», i cui termini sono rimasti riservati, che obbliga l’Inter a indennizzare le persone che erano state monitorate. E anche le schede Svizzere furono acquisite senza rogatoria.

Il dossier Paparesta

«Il dossier di Paparesta è nelle mani di Gianni Letta». A parlare, in una intercettazione telefonica diffusa sempre da Report, è Adriano Galliani, all’epoca vicepresidente del Milan, con riferimento all’arbitro di calcio Gianluca Paparesta. «Paparesta - ha raccontato il dirigente rossonero Leonardo Meani - venne a fare una partita a Milano. Finita la partita mi dice 'Sono revisore dei conti di un’azienda di energie rinnovabili e avrei piacere, se fosse possibile, di fare arrivare questo studio alla presidenza del Consigliò. Era un favore, ma di lavoro». «Io faccio il dottore commercialista - ha spiegato Paparesta a Report - e mi sono sempre occupato di operazioni legate anche al mondo dell’energia». Alla domanda se quella richiesta fosse stata inopportuna, ha risposto "sicuramente, col senno di poi, sì».

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