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Denver è campione Nba. Miami battuta in 5 gare. E i serbi continuano a dominare

Jokic è stato eletto Mvp delle Finals

Da Joker (Nole Djokovic) a Joker (Nikola Jokic). Dal Philppe Chatrier alla Ball Arena. Due serbi sul tetto del mondo negli ultimi due giorni. Il belgradese è entrato nella storia grazie al 23esimo successo ottenuto nelle prove dello Slam. Mai nessuno ci era riuscito prima. Il centro di Sombor ha, invece, meritato il suo primo titolo Nba, condito dall'elezione ad Mvp delle Finals. Spaventoso il suo dominio sui due lati del campo. Denver, infatti, è campione del mondo (come direbbero gli statunitensi in riferimento alla vittoria del titolo Nba). Ha spadroneggiato in lungo e in largo nella serie contro Miami, incapace di neutralizzare Murray e Jokic, nonché molti membri del supporting cast. L'attacco dei Nuggets si è letteralmente mangiato la difesa degli Heat. Quest'ultima, nonostante non fosse riuscita a contenere gli avversari fino a gara 4 (autori di 104 o più punti), hanno alzato la barricata nell'ultima sfida, ma non riuscendo comunque a portarla a casa. Il risultato è perspicuo: 94-89 in una Ball Arena gremita.

Al termine della sfida, Jokic ha palesato tutta la sua contentezza: «È bello, è bello. Possiamo tornare a casa dopo aver completato il lavoro». Sul mutuo aiuto creatosi in squadra e che ha permesso di sollevare il Larry O'Brien Trophy il Joker non ha dubbi: «Siamo una grande squadra, non abbiamo vinto individualmente, ma per chi avevamo al nostro fianco. Crediamo gli uni negli altri e abbiamo instaurato rapporti umani profondi». Il coach di Denver si è detto entusiasta della vittoria e non pone limiti ai successi futuri della franchigia che allena: «Quando porti a casa il titolo e sei campione, puoi iniziare una vera e propria dinastia. Questo è il nostro obiettivo». E sull'ispirazione tratta dal percorso di Pat Riley (presidente degli Heat): «Ricordo le sue parole: all'inizio non sei nessuno, poi giochi per farti notare, successivamente diventi una squadra vincente e lavori finché non diventi un contender». Il tecnico ha infine elogiato la città e chi gli è stato a fianco: «Il titolo è di tutti: della città, della proprietà e dei giocatori. Ringrazio la mia famiglia: sono un uomo fortunato».

Spoelstra, di contro, ha fatto i complimenti agli avversari per il successo ottenuto: «Sono stati superiori. Gli va dato atto del loro lavoro; giocano bene, sono  allenati in maniera splendida e hanno una mentalità forte». Su gara 5 si espresso in questi termini: «Noi abbiamo dato tutto, ma non è bastato: sono convinto, ma quando rivedrò la partita ne avrò la conferma, che quella di stasera è stata la nostra miglior partita a livello difensivo. Non abbiamo rimpianti».

Il primo violino degli Heat Jimmy Butler dovrà aspettare ancora prima di raggiungere l'agognato sogno. Vorrebbe qualche rinforzo per la prossima stagione e il nome caldo sul taccuino della dirigenza è Damian Lillard ( fortissimo playmaker dei Portland Trail Blazers e 7 volte All Star). Aggiungere una bocca di fuoco di questa levatura ad una squadra già ben rodata offensivamente potrebbe produrre dei vantaggi reali. E chissà se, con il suo acquisto, Miami non possa puntare a quel titolo che gli manca dal 2013, anno in cui in roster erano presenti i Big 3 (ovvero Lebron James, Dwayne Wade e Chris Bosh).

 

 

 

 

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