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Buffon capo delegazione della nazionale: "Ho ancora voglio di sognare"

GIGI BUFFON

«Torno in Nazionale perchè quel bambino che trent'anni fa varcava per la prima volta il cancello di Coverciano ha ancora voglia di sognare e di vivere questo sogno insieme ai tifosi italiani». Lo ha detto Gigi Buffon, campione del mondo di Germania 2006 ed ex portiere della Juventus, che ha assunto l’incarico di capo della delegazione azzurra.

«Fin dal primo contatto di questi ultimi giorni con il Presidente Gravina e poi con Mauro Vladovich avevo già deciso di dire di sì, ma abbiamo dovuto verificare alcuni aspetti tecnici; la Nazionale viene prima di tutto e niente mi avrebbe impedito di tornare a casa», ha aggiunto.

«La maglia Azzurra «è sempre stata parte della mia vita: l’ho indossata con orgoglio - ricorda ancora il campione del mondo - e onorata con impegno, mi ha regalato emozioni uniche, ho pianto quando abbiamo vinto il Mondiale e quando non siamo riusciti a qualificarci. Ho avuto il privilegio di poter essere l’unico portiere in 113 anni a poter vestire l’Azzurro, oltre ai vari colori delle maglie da portiere ed è stato un omaggio che ho apprezzato moltissimo. Il rapporto con la Nazionale dall’Under 15 alla Maggiore è stato viscerale: ogni convocazione, ogni allenamento, ogni partita, tutto è stato speciale, perchè in quei momenti senti di essere lì a rappresentare la tua Nazione, la tua gente, e quella immensa responsabilità mi ha sempre dato la forza per non mollare e per rialzarmi dopo ogni caduta».

"Onorato del ruolo che fu di Gigi Riva e Vialli"

«Mi metterò subito a disposizione di Roberto Mancini e del gruppo entrando in punta di piedi, perchè ho sempre pensato che in Nazionale non contano le medaglie che hai sul petto ma l’impegno, il sacrificio, la disponibilità verso i compagni e lo staff che sei disposto a mettere giorno per giorno».  «E queste caratteristiche mi appartengono da sempre - ha aggiunto - e mi accompagneranno anche fuori dal campo. Essere al posto che è stato per anni di Gigi Riva, un esempio come uomo e come calciatore, è un onore e oggi sarà la prima persona con cui parlerò per avere da lui qualche suggerimento. Poi ovviamente sentirò anche il CT con il quale ci vedremo appena possibile. Anche se mi ha segnato il gol più bello della sua carriera, o quasi, a Parma (Parma - Lazio, 17 gennaio '99, il gol di tacco per il momentaneo 1-2, poi sarà 1-3 ndr), ma l’ho già perdonato, sono una persona di grandi sentimenti!». «Oggi - conclude Gigi - mi piace infine ricordare tre persone che credo sarebbero felici di questa scelta: Gianluca, che mi ha preceduto in questo ruolo; Davide, che con me e Daniele ha passato tanti giorni in Nazionale; Spazzolino, una persona buona tra i primi ad accogliermi a Coverciano».(

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