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Julio Velasco è tornato. Con l'Italvolley femminile sogna di vincere le Olimpiadi di Parigi

Il tecnico della generazione dei fenomeni è stato presentato oggi in conferenza stampa. Sarà lui a guidare la nazionale femminile a Parigi. Per il tecnico italo-argentino le Olimpiadi sono una dolce ossessione dopo aver sfiorato l'oro nel 1996 con la maschile ad Atlanta

Allenare la nazionale femminile è una responsabilità che lo affascina e poi «non c'è modo migliore per affrontare la vecchiaia che accettare certe sfide». L’Olimpiade di Parigi, di cui parla anche se la sua nazionale non è ancora qualificata, è invece «un target fondamentale», e la sua dolce ossessione, ma «non creiamo troppe aspettative: anche un campione come Djokovic doveva andare alle ultime Olimpiadi per vincere una medaglia d’oro facile e invece non ha vinto neanche il bronzo. Dovrò creare capacità di adattamento e gli anticorpi alle difficoltà e alla pressione». Julio Velasco è tornato, nel giorno in cui si è dimesso da allenatore di Busto Arsizio e poi ha firmato, in diretta streaming, il contratto che lo rende il nuovo ct della nazionale femminile, ruolo già ricoperto nel secolo scorso, nel biennio '97-98. Il coach pluridecorato del volley, come sempre, non si è tirato indietro di fronte alle domande, ne ha evitata solo una, anzi l’ha anticipata, quando avrebbero voluto farlo parlare del neo-eletto presidente dell’Argentina Javier Milei: «mi faccia vivere una giornata felice - le parole di Velasco -, non mi faccia questa domanda. Se lei mi porta lì...», le parole di Velasco, che poi si è astenuto dal fare ulteriori commenti al riguardo. «Sono un pò emozionato, è una grande responsabilità allenare una squadra - ha sottolineato - che ha ottenuto risultati così grandi e che è stata beniamina dei tifosi insieme a quella maschile. Sono molto contento, non c'è modo migliore di vivere la vecchiaia. Voglio ringraziare Busto Arsizio, capisco che si sono trovati in una situazione difficile». Ma lui, e lo ha ammesso anche oggi, è stato sempre contrario al doppio incarico, che casomai va bene per il suo primo assistente che sarà Massimo Barbolini, l’allenatore di Scandicci. Lui, Velasco, no, non avrebbe potuto farlo: «sono sempre stato contrario, anche quando mi sarebbe molto convenuto economicamente. Ma penso che se uno allena la Nazionale deve concentrarsi solo su quella».

Invece per il suo vice tutto ciò non vale: «penso che il vice della nazionale debba essere un tecnico di Serie A/1 - ha spiegato -, quindi ho invitato Massimo Barbolini. Sono convinto che bisogna già pensare al dopo Parigi, anche se Parigi è un obiettivo così forte che ora mi fa pensare solo a quello. Ma io voglio un pezzo da novanta che pensi anche al domani mentre io penserò solo ai Giochi». E a questo proposito, ha ripetuto che «dovremo farci gli anticorpi per la pressione. Sono sicuro che andremo a Parigi, poi vincere una medaglia è il sogno di tutti, se ce la facessimo tutto il movimento farebbe un gran salto in avanti». Una cosa che ha tenuto a dire sono state la prole sul suo predecessore Davide Mazzanti: «ho sempre pensato che tutti quelle critiche a Mazzanti fossero ingiuste: lui è uno che non solo ha vinto con la nazionale ma anche con i club, e poi è una bravissima persona. Ha dovuto gestire una situazione complicata, ma a volte i cicli finiscono, come successe a me quando allenavo la nazionale maschile e lo dissi all’allora presidente Carlo Magri che mi voleva confermare». La sua strategia è chiara: «ascolterò tutti, c'è sempre da imparare. Quello che è fondamentale è che ci sia disponibilità totale da parte delle giocatrici. Io terrò sempre conto delle necessità individuali, ma bisogna avere una linea chiara: il mio ruolo è decidere ed è quello che farò». Inevitabile una considerazione sul presunto dualismo Egonu-Antropova: " «Se ho una preoccupazione è per la ricezione, per la difesa, non certo per l’attacco -. ha spiegato Velasco -. Se avessi problemi a gestire grandi giocatrici non avrei accettato l’incarico. Avere due opposte come Egonu e Antropova è la cosa migliore, poi magari dopo un allenamento cambio idea, ma a oggi la vedo così». E ora mirino puntato su Parigi.

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