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Achille Polonara è tornato, due mesi dopo il tumore l'azzurro dell'Italbasket rimette piede sul parquet: “Oltre ogni sforzo”

Smunto, dimagrito e calvo. Di Achille Polonara, che è tornato a calcare un parquet e addomesticare una palla a spicchi, sembrava quasi fosse rimasta solo la canotta numero 33. La canotta della Virtus Bologna, stesso numero indossato orgogliosamente anche in Nazionale: mai stata così ampia anche per un fisico scultoreo come quello del cestista di Ancona. Una metamorfosi comune a chi è costretto a staccare la spina dalla propria vita... per difenderla, lottando con le unghie e con i denti contro il mostro chiamato cancro. Un avversario che è stato costretto a fronteggiare anche il 32enne azzurro. Passare dagli allenamenti alla chemio non deve essere stato facile, soprattutto perché non è stato messo a repentaglio solo un lavoro, ma anche tutto il resto; soprattutto tutto il resto. Famiglia e passioni messi da parte per combattere. Ma forse il suo destino è scritto nel nome: Achille. E proprio come il piè veloce che ha ispirato il mito, Polonara ha lottato strenuamente. Ed è tornato a indossare i calzoncini e quella canotta 33. Due mesi di stop a causa di una neoplasia testicolare, la TAC, un'operazione e le cure - tostissime - ma sempre con lo stesso pensiero: riprendersi la vita, basket incluso. L'abbraccio con i tifosi bolognesi, nel giorno del suo ritorno in campo, lo ha ripagato degli sforzi compiuti in questi maledetti sessanta giorni: «È stata dura, ma sono abituato ad andare oltre lo sforzo». Per lui, è stato come saltare a rimbalzo, con la convinzione di poterla strappare a morsi quella palla a spicchi, combattendo contro un avversario tremendo ma non determinato come lui.

 

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