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Rubio-choc, il campione di basket lascia l'Nba per la depressione: “La mia mente è entrata in un buco nero”

epa09620017 Cleveland Cavaliers guard Ricky Rubio in action against Washington Wizards guard Aaron Holiday (L) during the NBA basketball game between the Cleveland Cavaliers and the Washington Wizards at Capital One Arena in Washington, DC, USA, 03 December 2021. EPA/SHAWN THEW SHUTTERSTOCK OUT

«Il 30 giugno è stata una delle notti più dure della mia vita. La mia mente è finita in un buco nero». Inizia così il messaggio su X di Ricky Rubio, 33 enne cestista spagnolo, 12 anni di militanza in Nba con le maglie di Minnesota, Utah, Phoenix. Rubio ha ufficializzato la rescissione del contratto che ora lo legava ai Cleveland Cavaliers. Problemi di salute mentale la spiegazione, che lo avevano fermato fin dallo scorso agosto, impedendogli di giocare.
«Un giorno, quando sarà il momento giusto, vorrei condividere la mia esperienza con tutti voi così potrò aiutare altri per affrontare situazioni simili - ha scritto ancora Rubio, campione del mondo nel 2019 con la sua nazionale, argento alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 e bronzo a Rio nel 2016 - Sto ancora lavorando sulla mia salute mentale. Però sono orgoglioso di dire che oggi sto molto meglio e che miglioro ogni giorno».
Stress, burnout, depressione, ansia da prestazione. Sono tanti i professionisti dello sport che hanno dovuto affrontare il «buco nero» dal quale cerca di uscire Rubio. L’ultimo dei campioni fermati dai fantasmi della mente è stato il ranista olimpionico Adam Peaty. Il britannico a marzo 2023 ha annunciato il ritiro dalle gare per prendersi una pausa, durata sette mesi. Che ha impiegato per vincere il rigetto della quotidiana pressione interna ed esterna a superare se stessi.

Gli altri casi nel mondo dello sport

Prima di lui nel nuoto hanno affrontato problemi simili il re delle piscine Michael Phelps, recordman di ori olimpici, il suo omologo australiano, Ian Thorpe, e altro grande del nuoto come Ryan Lochte. Anche Gigi Buffon ha raccontato di aver sofferto di depressione quando era giovane, così come Federica Pellegrini di attacchi di panico. Battaglie contro la depressione come quelle affrontate anche da chi è abituato a solitudine e fatica in sella a una bici, come Mark Cavendish, Marcel Kittel, Tom Dumoulin e Gianni Bugno, oppure a estenuanti duelli su un campo da tennis, come la giapponese Naomi Osaka e l’australiana Ashleigh Barty. Ma quei vortici che risucchiano forze e volontà li hanno incontrati anche campioni con una squadra alle spalle, come Andres Iniesta o Josip Ilicic, e ancor prima Paul Gascoigne, lo sportivo affetto da alcolismo cronico forse più famoso di sempre. In alcuni casi è stato tragico l’epilogo di queste storie, come per Kelly Catlin, campionessa di ciclismo, finita dopo due cadute in una spirale che nel 2019 l’ha portata al suicidio a soli 23 anni, stessa fine scelta dal portiere della nazionale tedesca Robert Enke.

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