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Pattinaggio: la russa Kamila Valieva squalificata 4 anni per doping

La pattinatrice d’artistico russa Kamila Valieva è stata squalificata per 4 anni dal Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna. Il verdetto è stato annunciato oggi dal panel di arbitri che tra il settembre e il novembre dello scorso anno aveva trattato il delicato caso legato alla giovane atleta russa che era stata trovata positiva al doping quando aveva meno di 16 anni, quindi non sanzionabile.

Con la squalifica della Valieva il Comitato olimpico russo (Roc) perde anche la medaglia d’oro della gara a squadre dei Giochi olimpici di Pechino a favore degli Stati Uniti. Nel dispositivo il Tas oltre ad accusare Valieva, ora 17 anni, di aver violato le norme antidoping sanzionandola per 4 anni, ha scritto che tutti i risultati a partire dal 25 dicembre del 2021 sono annullati. L’arbitrato del Tas ha stabilito che non c'era motivo per Valieva, che aveva 15 anni al momento della violazione, di essere trattata con maggior clemenza rispetto a un adulto.

Il 25 dicembre del 2021 in occasione dei Campionati nazionali russi a San Pietroburgo, Valieva era stata trovata positiva allo stimolante trimetazidina, sostanza che cura l’angina. La positività era stata comunicata, però, solo nel successivo febbraio dopo che la pattinatrice aveva già preso parte alla gara a squadre delle Olimpiadi di Pechino.

In quella gara la pattinatrice originaria di Kazan, allenata da Eteri Tutberidze, era diventata la prima donna al mondo di eseguire un salto quadruplo. Nel programma libero della gara individuale, a seguito dello stress emotivo per la situazione venutasi a creare dopo la comunicazione della positività, aveva commesso diversi errori concludendo la gara, comunque sub-judice, al quarto posto.

Nel gennaio del 2023 un comitato disciplinare indipendente dell’agenzia antidoping russa aveva stabilito che Valieva era risultata positiva alla trimetazidina senza «nessuna colpa o negligenza» da parte sua squalificandola dai Campionati russi del dicembre 2021. A quel punto Wada (agenzia mondiale antidoping) e Isu (federazione mondiale) hanno presentato ricorso contro la decisione chiedendo ulteriori sanzioni.

La Wada aveva chiesto una squalifica di quattro anni compresi i risultati ottenuti ai Giochi di Pechino 2022. Il Tas fa sapere che la decisione del collegio «è definitiva e vincolante, ad eccezione del diritto delle parti di presentare ricorso al Tribunale federale svizzero entro 30 giorni per motivi limitati».

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