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Olimpiadi di Parigi, ecco gli otto pugili che rappresenteranno l'Italia NOMI

Irma Testa (boxe, pesi piuma)

Erano partiti in 633, solo in 49 lasciano Busto Arsizio con in tasca un biglietto per Parigi. Tra loro, sono 4 gli italiani che sui due quadrati allestiti alla E-Work Arena alle porte di Varese si sono sfilati i guanti per raccogliere un sogno a cinque cerchi. Il bolognese Diego Lenzi ha messo sul ring anche le doti necessarie per prendersi la ribalta che conta: la forza era nota, l'intelligenza con cui ha gestito il match nel terzo round è stata la conferma di una maturazione emersa in tutta la sua evidenza nella sfida a Danis Latypov, origine russa e insegna del Bahrain che ha dovuto arrendersi al verdetto unanime che ha premiato l’azzurro, nella 92 chilogrammi.
Lenzi a parte, quello del pugilato azzurro è stato un successo in rosa: con la vittoria di Sirine Charaabi sulla coreana Aeji Im nella 54 chilogrammi e di Angela Carini, capace nella 66 chilogrammi di compiere il proprio «ultimo chilometro».
Il riferimento è all’incitamento che la stessa Carini faceva a se stessa durante i match precedenti ed emerso con forza nelle toccanti parole dopo aver superato la capoverdiana Moreira Ivanusa. «Quando affronti l’ultimo chilometro, i campioni sanno pedalare più forte: me lo ripeteva mio padre», ha spiegato la pugile campana, nel ricordo del genitore scomparso. L’en plein dei guantoni azzurri si è completato in uno degli ultimi incontri della 9 giorni bustocca, quello che ha visto Alessia Mesiano da Latina affrontare e vincere il proprio match senza che la slovacca Miroslava Jedinakova riuscisse mai a impensierirla.
«Il movimento femminile è nato nel 2001 con Irma Testa, la prima pietra è stata posta a Tokyo e quel che è commovente è che tutte, andando via, oggi hanno detto che questo è solo l’inizio e a Parigi si va per le medaglie», sono state le parole del presidente del Coni, Giovanni Malagò. Presente al palazzetto per la giornata conclusiva della kermesse, accanto al presidente lombardo del Comitato olimpico nazionale, Marco Riva: «Aver visto sulle tribune anche molti giovani ha testimoniato la bontà dei progetti collaterali», ha spiegato Riva. «Si è portato il pugilato in 30 istituti scolastici, a testimonianza del fatto che il grande evento sportivo è opportunità per la formazione delle nuove generazioni».
Il plotone del pugilato italiano - che già aveva prenotato il volo per i Giochi con Irma Testa nei 57 chilogrammi, Aziz Abbes Mouhiidine nei 92, Giordana Sorrentino nei 51 e Salvatore Cavallaro negli 80 - prende così la scia di aspettative alte, in vista dell’appuntamento olimpico. «La Federazione pugilistica italiana e il Coni hanno avuto la credibilità per ospitare una manifestazione del genere con qualità, a garanzia di tutto il movimento, che fino a qualche tempo fa era a rischio di restare fuori dal nostro mondo», aveva aggiunto nel pomeriggio Malagò. "È stata una scommessa vinta, per niente banale. Abbiamo 198 qualificati per Parigi: 99 uomini e 99 donne», aveva spiegato il numero uno dello sport italiano. Mesiano l’ha corretto in serata, aumentando le quote rosa. Per la soddisfazione, innanzitutto, proprio di Malagò.

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