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Sinner gioca la partita perfetta: batte Dimitrov, vince Miami e diventa numero 2 al mondo

Nuova impresa di Jannik Sinner che ha trionfato ai Miami Open battendo in finale il bulgaro Grigor Dimitrov con un secco 6-3, 6-1. Il 22enne altoatesino scavalca così Carlos Alcaraz e diventa il primo italiano a raggiungere la posizione di numero 2 del ranking, oltre l’unico azzurro ad aver vinto due Masters 1000 da quando esiste questa categoria di tornei. Difficile ancora dire quale posto avrà nella storia del tennis Jannik Sinner da San Candido, Alta Pusteria, che oggi - dopo una finale lampo vinta a Miami contro Igor Dimitrov - diventa numero 2 della classifica mondiale (un anno fa, dopo la finale persa qui contro il russo Medvedev, era numero 11). Se già sarà Re del circuito nel 2024, magari dopo Parigi o Wimbledon, o se bisognerà aspettare qualche mese in più. Di certo, sappiamo che l’ascesa al trono avverrà presto, perché nessuno come lui ha dimostrato nell’era post Fab Four una simile capacità di miglioramento, tecnico e di approccio mentale alle partite.
Due settimane fa, dopo essere uscito in semifinale a Indian Wells, sconfitto da Carlos Alcaraz, disse che quella partita aveva mostrato a lui e al suo team quale fosse il terreno sul quale lavorare nel prossimo futuro: l’imprevedibilità del proprio gioco, fatto da sempre di un palleggio asfissiante da fondo campo, rare discese a rete, qualche smorzata col dritto. Detto, fatto. Quindici giorni di allenamenti ed ecco comparire due piccole ma fondamentali novità: un uso sistematico del contropiede sul lato forte dell’avversario, palle di alleggerimento non rischiose con tanto spin per allontanare l’avversario dal campo e cambiare ritmo allo scambio. Nell’ultimo anno Sinner aveva già sistemato il servizio, che oggi frutta una decina di ace a partita, e la muscolatura delle gambe e della schiena, ora finalmente robuste e resistenti anche sulle lunghe distanze (i ritiri per vesciche o sciatalgie sembrano lontani ricordi).
Miglioramenti valutati a tavolino con Simone Vagnozzi e Daren Cahill e realizzati in allenamento, anche a costo di saltare qualche torneo (quest’anno niente Marsiglia e niente Dubai). Risultato: cinque vittorie consecutive contro Medvedev che lo aveva battuto nei primi 6 scontri diretti. Sinner è diventato in 12 mesi la bestia nera della sua bestia nera.

Oggi nessuno come lui sa imparare velocemente dagli errori, riparando al volo le falle nel suo gioco e presentarsi alla partita successiva ancora più forte. Nessuno come lui sa trovare la migliore concentrazione durante i punti decisivi di un match. Tecnica e "mano" evolvono a ogni match, quasi a ogni 15. Il trono di Re del tennis è a un passo, forse meno.

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