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Giro d'Italia: Pogacar "alla Pantani", prima ipoteca sul Giro. E' già maglia rosa

Secondo giorno del Giro, prime salite impegnative e Tadej Pogacar ha già messo le mani sulla maglia rosa, trionfando sui tornanti che portano al santuario di Oropa, sulle montagne biellesi. Una prova di forza impressionante dello sloveno in una tappa abbastanza dura e che trasudava ricordi di una delle più belle imprese compiute da Marco Pantani, il 30 maggio 1999. Ventincinque anni fa il "Pirata" staccò tutti dopo una rimonta pazzesca: per il salto della catena su queste stesse strade fu costretto a recuperare oltre mezzo minuto e a rimontare 49 corridori. A Oropa vinse senza esultare perché era convinto che davanti a lui qualcuno avesse già tagliato il traguardo.

Pogacar, al contrario, sapeva benissimo che nessuno era riuscito a resistergli, ma ha interpretato una parte simile a quella di Pantani, quasi per fargli un omaggio: nel centro di Biella, a poco più di 10 chilometri dall’arrivo la ruota anteriore si è afflosciata per una foratura, lo sloveno è scivolato in curva ed è caduto dalla bici. Ha perso oltre 20" dal gruppo e li ha recuperati, aiutato da due compagni di squadra, in un batter d’occhio. Poi a 4 chilometri e mezzo dalla vetta Pogacar ha sferrato l'attacco che tutti temevano e che nessuno è riuscito a contrastare tra l’ammirazione dei tanti tifosi dei club Pantani arrivati dalla Romagna. Ci ha provato l’australiano Ben O'Connor, pagando poi lo sforzo, solo l’irriducibile Geraint Thomas e un manipolo di altri 'coraggiosì, con Daniel Martinez primo dei battuti, sono riusciti a limitare i danni a 27''. Con il quasi 37enne gallese, secondo l’anno scorso nella classifica finale dietro Roglic, e il colombiano sono arrivati anche Lorenzo Fortunato e il tedesco Florian Lipowits, a 30" l'australiano Michael Staer, il belga Cian Uijtdebrokes e il colombiano Einer Rubio Molto più indietro Romain Bardet: al minuto abbondante perso ieri, il francese ha dovuto aggiungere un altro 1' 20''. La maglia rosa della prima tappa, l’ecuadoriano Narvaez, ha ceduto 2'03".

Prima del "ruggito" di Pogacar la tappa partita dal velodromo di San Francesco al Campo, a una trentina di chilometri da Torino, aveva registrato la fuga di un quintetto tutto italiano formato da Christian Scaroni, Mattia Bais, Filippo Fiorelli, Martin Marcellusi e Andrea Piccolo, con un vantaggio fino a 2 minuti e mezzo poi il tentativo solitario dello stesso Piccolo, 23enne di Magenta della Ef Edcucation, scattato dopo il traguardo dell’Intergiro vinto da Fiorelli. Il fuggitivo ha accarezzato il sogno della grande impresa, accumulando 1'45» di vantaggio e ha resistito nei primi chilometri della salita per Oropa. Ma quando la Uae Emirates di Pogacar ha cambiato il passo Piccolo ha dovuto arrendersi, ripreso a 6 chilometri e mezzo dalla vetta. Poco dopo è cominciato lo show dello sloveno che ha creato il vuoto volando a prendersi la maglia rosa. Dopo due tappe Pogacar guida la classifica generale con 45» di vantaggio su Thomas e Martinez; O'Connor è decimo a 1'24'', Bardet solo ventiduesimo, con un ritardo già pesante, 2'31». Domani la terza tappa, l’ultima tutta in Piemonte, da Novara a Fossano (Cuneo), sulla carta la prima giornata ideale per i velocisti.

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