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Tour de France, Pogacar domina la tappa del Tourmalet e allunga in classifica

Tadej Pogacar non fa sconti a nessuno, anzi, e quando può affonda il colpo. E così ha fatto nella prima tappa pirenaica del Tour de France 2024, in cui ha inflitto un duro colpo alle speranze dei suoi principali rivali per la vittoria finale, Jonas Vingegaard e Remco Evenepoel, andando a vincere tutto solo in cima al Pla d’Adet. Lo sloveno è determinato a portare a termine l’impresa della doppietta Giro-Tour che nessuno centra dal 1998 e si affaccia all’ultima settimana della Grande Boucle con un vantaggio di 1'57'' sul danese, vincitore delle ultime due edizioni, e di 2'22'' sul belga, mentre tutti gli altri accusano ritardi superiori ai sei minuti. Tra loro c'è l’italiano Giulio Ciccone, oggi ottimo quinto quasi a ruota di Evenepoel, e ottavo in classifica generale a nove minuti dal leader. Ci si aspettavano fuochi d’artificio in una frazione che nella seconda metà dei 152 chilometri totali proponeva il trittico di salite Tourmalet-Hourquette d’Ancizan-Pla d’Adet e la corsa non tradisce le attese.

Dopo aver gestito le forze nella prima, mitica salita e nella seconda, meno impervia, Pogacar sfrutta al meglio la potenza di fuoco della Uae Emirates per mettere alla frusta i rivali negli ultimi cinque chilometri. Con mossa azzeccata, lo sloveno lancia Adam Yates per spegnere le velleità dell’irlandese Ben Healy, ultimo superstite di un manipolo di fuggitivi, poi si getta da solo all’attacco lasciando sul posto i rivali e guadagnando subito secondi su secondi. Una volta raggiunti Yates e Healey, Pogacar continua a spingere allargando sempre più il suo vantaggio su Vingegaard fino a tagliare il traguardo con un grido di rabbia, segno della sua determinazione.

«Il piano era arrivare alla salita finale e sprintare con forza per guadagnare qualche secondo e prendere gli abbuoni per la vittoria di tappa. Ma alla fine così è molto meglio - le sue parole al traguardo al traguardo -. Sono super, super felice del risultato ottenuto». La sua 13/a vittoria di tappa al Tour, la seconda in questa edizione, rende chiaro a tutti che il suo dominio sarà difficile da scalfire. Ma nei grandi giri, finchè c'è montagna c'è speranza e domani sarà un 14 luglio tutt'altro che di festa per il gruppo, dato che la 15/a tappa prevede l’arrivo al Plateau de Beille, dopo aver superato quasi 5.000 metri di dislivello, con quattro salite di prima categoria e una fuori categoria. Per i 158 corridori rimasti dei 178 partiti - oggi si sono ritirati l'italiano Alberto Bettiol e il britannico Tom Pidcock, quest’ultimo con sintomi di covid - a meno di nuove defezioni prima di domani, si prospetta una domenica di passione, mentre sono flebili le speranze di vittoria per un francese nell’anniversario della presa della Bastiglia. L’ultimo a riuscirci era stato Barguil nel 2017 e domani ci proverà Bardet, che vorrebbe mettere un sigillo al suo ultimo Tour prima del ritiro. Difficile, però, che riesca a inserirsi nel nuovo capitolo della sfida tra Pogacar, Vingegaard ed Evenepoel.

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