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D'Amato e l'oro della rivincita: "Dedicato a papà che non c'è più, pensavo di smettere"

Alice D’Amato e Manila Esposito, 38 anni in due. Ventuno la prima, diciassette la seconda, entrambe del Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro. Una ginnastica che va veloce da Genova a Napoli con un oro e un bronzo olimpico nella trave che sanno di storia. Due medaglie nelle quali c'è tutto, a cominciare dal senso di rivincita di Alice. La gemella, Asia, tifa da casa per via dell’infortunio e scoppia in lacrime con la mamma alla notizia dell’oro, per questo la sorella in gara le dedica la vittoria e gareggia per lei.

«Ormai ci ho preso l'abitudine, gareggio per lei da quando si è infortunata, ma anche per le persone che mi sono vicine», le prime parole di D’Amato dopo l’oro olimpico. Un senso di «rivincita» per le «difficoltà passate», gli infortuni e la scomparsa del papà nel 2022. Era un vigile del fuoco e oggi «sarebbe orgoglioso di questo successo», ha raccontato Alice. «E' stato un evento che ha fortificato noi due sorelle - ha aggiunto -. Quando è successo ho pensato di non poter andare avanti, invece la ginnastica mi ha aiutato». Lo stesso ha fatto la sorella Asia che nel celebrare Alice sui propri social ha voluto ricordare il papà: «Insieme alla mamma sarebbe fiero di noi».

Alice, riguardando indietro, non ha dubbi: «Ne è valsa la pena, sempre. Rifarei tutto ciò che mi ha portato a essere qui. Spero che un successo così sia solo l’inizio». E non ha dubbi che l’oro vinto oggi contro Simone Biles sia un qualcosa di "storico". Talmente grande da farle tremare le gambe nel corpo libero. «Ma i veri campioni dimenticano subito e ricominciano il nuovo esercizio», ha spiegato la campionessa olimpica azzurra, ancora incredula per il risultato. «E' inaspettato perché per me era un grande obiettivo già aver raggiunto la finale con gente come Simone Biles e Rebeca Andreda, a inizio olimpiade non mi sarei mai potuta aspettare nulla del genere. Ho ancora i brividi rivedendo la gara». Lo stesso vale per Esposito: «Sentire l’inno d’Italia per la medaglia di Alice è un’emozione incredibile. Io invece sono partita che non avevo nulla da perdere, ma solo da guadagnare, quindi ho fatto l’esercizio nel miglior modo possibile». E non manca un pizzico di rammarico perché con un po' di attenzione in più sarebbe potuto arrivare anche l'argento. «Non ho fatto il mio miglior esercizio, ma lo accetto. In carriera ci sono state volte che mi sono espressa meglio, ma già poter essere qui e partecipare a una finale olimpica è un sogno». Insomma, Alice e Manila, la new wave della ginnastica con vista già su Los Angeles. «Ma un passetto alla volta, il percorso è ancora lungo», garantisce Alice D’Amato.

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