La serie di Sky Atlantic: “Domina”. «Livia Drusilla è stata una figura storica fondamentale ma praticamente sconosciuta. Lei è la prima vera femminista ed era il momento che il mondo ne scoprisse la storia e i suoi sacrifici, al tempo della Roma imperiale». Con queste parole durante una conferenza stampa in streaming con più di cento giornalisti collegati, l’attrice Kasia Smutniak (“Perfetti Sconosciuti”, “Loro”, “Diavoli”) racconta Livia Drusilla, la terza moglie di Cesare Augusto, la cui vita è al centro di “Domina”, la nuova, ambiziosa produzione Sky Original, in onda da venerdì su Sky Atlantic (otto episodi, diretti da Claire McCarthy, da subito disponibili su Sky e Now).
«Con Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto sono stati insieme 51 anni – prosegue la Smutniak – Livia Drusilla (che nei primi due episodi, da giovanissima, è interpretata da Nadia Parkes, già vista in “Doctor Who” e “The Spanish Princess”) era una donna intelligente, ambiziosa, brillante, una potente consigliera del marito al punto che oggi viene rivalutata come la sua stratega politica. E allora, perché non si studia la sua vita sui libri di scuola? Domina – prosegue l’attrice – è una serie ambiziosa che arriva al momento giusto, ribaltando la consueta prospettiva maschilista. Livia ha creato leggi apposta per le donne, che consentissero loro di mantenere le proprietà e non perdere i figli dopo il divorzio. E studiando la sua storia, pensando a ciò che accade in alcuni paesi del mondo non dobbiamo dimenticarci che noi donne siamo sempre in pericolo. No, non possiamo permettere di smettere di lottare».
Ideata e scritta da Simon Burke (“Fortitude”, “Strike Back”), Domina è centrata su intrighi, cospirazioni, inganni, tradimenti, e diversi omicidi politici. È prodotta da Sky Studios e Fifty Fathoms, con Cattleya nel ruolo di executive production service. «Domina – afferma Nils Hartmann, Senior Director Original Productions Sky Italia – è un history drama, una grande coproduzione internazionale girata nei Cinecittà Studios di Roma. Ambientato durante il primo periodo della Roma Imperiale, cioè il principato di Gaio Giulio Cesare Augusto, Domina ci permette finalmente di raccontare l’antica Roma dalla prospettiva del potere femminile. Era l’idea vincente che aspettavamo da tempo ma serviva il genio di Burke, grande appassionato della Roma imperiale. Domina – conclude Hartmann – è un progetto unico, nato in Italia ma con un cast internazionale, nel quale spicca anche Isabella Rossellini, nel ruolo della matrona Balbina».
Domina ha un cast internazionale completato da Matthew McNulty (“Misfits”) nei panni del futuro imperatore Gaio Ottaviano (nei primi due episodi interpretato da Tom Glynn-Carney); Claire Forlani (“Vi presento Joe Black”) che interpreta Ottavia, la sorella di Gaio e Colette Dalal Tchantcho (“The Witcher”) nei panni di Antigone, prima fidata ancella di Livia. E ancora, Liam Cunningham (“Il Trono di Spade”) nel ruolo di Livio, padre di Livia Drusilla, mentre il Premio Oscar Gabriella Pescucci ha curato i costumi della serie che stupiranno gli spettatori: «Mi sono ispirata molto ai rossi e i gialli degli affreschi pompeiani... poi sono arrivati anche i blu», ha dichiarato alla stampa.
Chiamata in causa, la regista Claire McCarthy (“Ofelia-Amore e morte”) ha chiarito la sua visione: «L’abbiamo immaginato come un mix fra un thriller psicologico e un dramma storico, lavorando su fatti storici e celebri e altri meno noti. L’accuratezza delle fonti è stato un punto di forza per ottenere il ritmo giusto che potesse colpire il pubblico delle serie tv». E c’è anche una nota sull’attualità che non sfugge quando si parla di politica e potere: «In questa storia c’è sangue e sesso, politica e misfatti. Ma Domina è anche il racconto di una graduale distruzione della democrazia orchestrato con intelligenza da Augusto. Ma qualcosa di simile l’abbiamo vissuto di recente durante la presidenza di Donald Trump e certe corrispondenze con i fatti, a cavallo dei secoli, mi hanno davvero dato i brividi».
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