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Non è stata un'operazione nostalgia: Zelig è vivo e lotta insieme a noi

Zelig è un caposaldo dell’abilità di mettere in piedi uno spettacolo in cui i comici si alternano ciascuno con il proprio repertorio, riuscendo, però, a dare la sicurezza di uno show non frammentario, ma amalgamato e unitario, fatto questo che non tutti i suoi emulatori – parliamo di Colorado o Made in Sud – sono riusciti a riprodurre

Perfetti. Vanessa Incontrada e Claudio Bisio

C’è voglia di ridere, anzi, c’è voglia di ridere bene, per questo non ci stupisce il successo registrato da Zelig 2021 di nuovo in onda da giovedì su Canale 5, con la conduzione di Claudio Bisio, che torna dopo 10 anni agli Arcimboldi, e Vanessa Incontrada reduce dall’esperienza non esaltante di Striscia la notizia. Un’emozione autentica quella di Bisio nel constatare il teatro pieno nonostante il disagio del pubblico con la mascherina e una ritrovata sintonia di coppia con la Incontrada. La contingentata programmazione che, purtroppo, prevede allo stato solo quattro puntate, non deve far pensare a una operazione limitata al revival, al quale si fa ricorso in mancanza di idee migliori.

L’alternanza fra “vecchie glorie” e “giovani talenti” costituisce lo spartiacque per una serena transizione della trasmissione per un futuro con una comicità contemporanea, ma soprattutto, sbianchetta il temuto effetto nostalgia che rappresenta il rischio concreto del ritorno in tv di un format di successo. I volti noti che hanno fatto la storia della trasmissione irrobustiscono la scaletta ma, al tempo stesso, rendono appetibile l’esibizione delle “nuove proposte”, molte delle quali hanno ancora bisogno della solida esperienza di Bisio come spalla.

Per una Teresa Mannino che con il suo monologo ci riporta ad una realtà comica, si comprende come altri comedian che pensano di poter rappresentare il prototipo stand up comedy devono ridimensionare le loro aspirazioni e maturare un po’ più di esperienza, ma soprattutto un repertorio più solido e universale, senza concentrarsi su argomenti che possono non essere immediatamente compresi dal grande pubblico, con evidente rallentamento dei tempi comici. Spesso, infatti, i giovani comici peccano di presunzione, senza pensare che dietro un monologo ben riuscito non c’è solo il talento di chi lo propone, ma un lavoro di scrittura e limatura che deve far coincidere la battuta fulminante con l’argomento scelto e che tanto più attrae il pubblico, quanto più riesce a farlo immedesimare anche con paradossi e iperboli.

Zelig è un caposaldo dell’abilità di mettere in piedi uno spettacolo in cui i comici si alternano ciascuno con il proprio repertorio, riuscendo, però, a dare la sicurezza di uno show non frammentario, ma amalgamato e unitario, fatto questo che non tutti i suoi emulatori – parliamo di Colorado o Made in Sud – sono riusciti a riprodurre. Per questo Zelig non solo è l’originale che vanta numerosi tentativi di imitazione, ma anche una garanzia per i giovani che riescono ad entrare in ditta e che possono sfoggiare la partecipazione sul loro curriculum.

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