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«I migliori anni» e «Amici»: chi vince la sfida tra passato e futuro?

La sfida del sabato sera, sostanzialmente, si può riassumere in Villa Arzilla contro Asilo Mariuccia. I competitor in realtà sono due programmi musicali, su Raiuno «I migliori anni» e su Canale 5 il serale di «Amici», ambedue presentati da conduttori – coetanei – come Carlo Conti, in corsa per il prossimo Sanremo, e Maria De Filippi, che alleva giovani talenti addestrati per vincere Sanremo.

La scelta per il pubblico generalista, quindi, è noti contro ignoti, cantanti di successo che ripropongono i loro successi d’antan contro promesse di belle speranze che, senza un personale repertorio, devono misurarsi quasi sempre con le canzoni che hanno fatto la storia della musica. Nessuna delle due trasmissioni poi, rappresenta una novità in senso assoluto, visto che «I migliori anni» viene ciclicamente riproposto da Raiuno e «Amici» vive e prospera da 23 edizioni.

Dal punto di vista produttivo Conti va in diretta, mentre il programma della De Filippi è registrato almeno due giorni prima, tanto che, per evitare spoiler, si è adottato l’espediente di comunicare chi è il concorrente che deve abbandonare la competizione, fuori dalla portata del pubblico in studio, una volta che i ragazzi sono ritornati nei loro alloggi. Ferma, quindi, la parità delle condizioni di base, gli elementi variabili dovrebbero far pendere la bilancia degli ascolti a favore dei «Migliori anni», e, invece, alla prima puntata di esordio sono stati 5 i punti di share in più per Maria De Filippi.

I motivi per i quali «I migliori anni» è perdente a prescindere sono molteplici. Il primo è meramente teorico, perché nella sfida fra passato e futuro è il secondo a vincere, ma la ragione determinante è riposta nella struttura di un programma che è antico e polveroso, il cui racconto è impostato sui ricordi e che non solo non porta alcuna novità, ma spinge a un confronto nostalgico che comporta pensieri deprimenti. E ciò a parte il fatto che, mentre su Amici si dibatte sull’uso delle tecnologie come l’autotune, che aiutano i cantanti a migliorare le loro prestazioni, da Carlo Conti le glorie del passato che si esibiscono mostrano impietosamente tutti i limiti che l’età ha imposto alle loro estensioni vocali, con un effetto casa di riposo. Certo, ad «Amici» il racconto del percorso dei ragazzi è spesso interrotto dalle liti fra i professori che, appunto, fanno tanto asilo Mariuccia; ciò non toglie che si offre al pubblico la sensazione di guardare avanti, di scoprire qualcosa di nuovo e di essere aggiornato sul panorama dei giovani cantanti e tanto basta per avere l’illusione della contemporaneità.

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