Mancano poche settimane allo svelamento dei cantanti che parteciperanno al prossimo Sanremo affidato a Carlo Conti che, come novità (???) ha reintrodotto la gara fra i giovani, al momento impegnati a guadagnarsi un posto al festival il martedì su Raidue sotto il vigile sguardo di Alessandro Cattelan. Ma, senza alcuna remora, vi confessiamo che questo “Sanremo giovani”, a nostro parere, è inutile sia come programma in sé che come esperienza coinvolgente per i telespettatori. Comprendiamo che dal concorso sono venuti fuori i talenti di Ramazzotti, Pausini, Arisa e altri ancora, ma parliamo di tempi pre-talent. La trasmissione, in onda in seconda serata, è probabilmente a beneficio dei parenti fino al IV grado dei concorrenti e di qualcuno che non prende sonno, come dimostrano i 377.000 telespettatori raccolti martedì sera. Né si comprende che visibilità si possa dare a ragazzi che cercano di mettersi in luce nella kermesse musicale più importante d’Italia, facendoli esibire a tale orario ma, soprattutto, con una formula vetusta che prevede i giudizi dei giurati, senza coinvolgere i telespettatori, e che sembra un talent solo perché a presentare dinamicamente è Alessandro Cattelan. Un Cattelan che sembra portarsi appresso, suo malgrado, il peggio del modo di fare italiano che, in tutti i campi, non ha la forza di “svecchiare” il sistema e di rischiare con le novità. Quasi venti anni di frequentazione del piccolo schermo, infatti, non bastano a Cattelan per togliergli di dosso l’appellativo di giovane, ancora è costretto a fare “apprendistato” accompagnando Carlo Conti nella conduzione dell’ultima serata del festival o nella edizione junior e così, se e quando, arriverà a condurre Sanremo (sempre se non si mette in mezzo Stefano De Martino), non sarà né un giovane né una novità. Altro motivo per cui riteniamo inutile Sanremo giovani è la sua mancanza di identità e soprattutto, nonostante due cantanti saranno espressione di Area Sanremo (il laboratorio/accademia legato al festival), la mancanza di un autentico percorso di crescita che sia visibile, allettante per i telespettatori e li coinvolga. Non a caso i primi che hanno avuto accesso alle semifinali del concorso provengono da talent, sono già conosciuti al pubblico e hanno seguito in qualche modo una formazione che li ha portati ad affinare le loro potenzialità canore e la capacità di stare sul palco. Insomma, nulla togliendo al talento dei vincitori del concorso questi giovani, rischiano di essere sottovalutati e di restare nel limbo di coloro che, sì, hanno partecipato al festival e, sì lo possono scrivere nel curriculum, ma non lasciano traccia nella memoria dei telespettatori.