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Livelli sanitari sotto la media

Livelli sanitari sotto la media

Resta in coda alla classifica delle regioni per i servizi sanitari, ma dal 2012 al 2015 c'è stato un trend positivo che ha prodotto un miglioramento di quasi 13 punti secondo i calcoli del ministero della Salute. Così la sanità in Calabria negli ultimi anni in cui i livelli essenziali d'assistenza, che i tecnici chiamano Lea, non vengono ancora rispettati nonostante da sette anni sia sotto commissariamento governativo. Queste classifiche vengono valutate dai tecnici ministeriali sull abase di 35 indicatori di una “griglia”.

Quasi un’autoaccusa quella del ministero che reputa insufficienti in Calabria assistenza ospedaliera, vaccinazione antinfluenzale per gli anziani, screening prevenzione veterinaria e assistenza ai malati termali. Punti più dolenti: parti cesarei primari e interventi per frattura di femore agli over 65.

Nel Sud è concentrato il male della sanità nazionale. Tra le regioni classificate “inadempienti” peggio della Calabria resta solo la Campania. Un po’ meglio Molise, Puglia e Sicilia. Tutte queste regioni sono sotto i 160 punti considerati sufficienti per rispettare i Lea. Mentre la Basilicata è riuscita nel 2015 a superare la fatidica soglia e si trova fra le regioni più “sane”. Al top ci sono Toscana, Emilia Romagna e Piemonte.

Nonostante la posizione di coda la Calabria in quattro anni ha fatto qualche progresso, passando da 133 punti a 147, ma restando al di sotto della media delle regioni in piano di rientro che è 160 punti. Questo considerato che altre in questi stessi anni hanno registrato un peggioramento notevole come la Campania passata da 139 punti a 106 in un solo anno (2014-2015), così come 17 punti sono stati persi dalla Sicilia e 13 dalla Puglia.

Nel suo rapporto il ministero di Beatrice Lorenzin commenta: «Quanto descritto sottolinea la necessità di monitorare il mantenimento dell’erogazione dei Lea per tutte le regioni italiane e andando oltre la valutazione dell’adempienza complessiva ovvero analizzando attraverso gli indicatori la griglia Lea, le singole aree che la compongono».

Resta comunque un dato da considerare. Secondo una stima fatta dalla società Demoskopika nel 2015 lo Stato per garantire i servizi sanitari ha speso in media 1.829 euro per ogni cittadino italiano, con alcune disparità: per un trentino vengono destinati 2.198 euro all’anno, ad un calabrese 1.698 euro. 

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