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Venezia apre con l’apocalittico White Noise, Leone d'Oro a Deneuve. E irrompe Zelensky

Il Leone d’oro alla Carriera alla leggenda francese Catherine Deneuve, la politica americana ed ex First Lady Hillary Clinton in platea, lo stato maggiore di Netflix con il gran capo Ted Sarandos ad accompagnare il film White Noise di Noah Baumbach con Adam Driver e Greta Gerwig che ha aperto la Mostra del cinema di Venezia 2022, ma la realtà ancora una volta, come già accaduto al festival di Cannes, ha rubato prepotentemente la scena.

Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky a metà della cerimonia in Sala Grande, condotta dall’attrice spagnola Rocio Munoz Morales, irrompe con un messaggio video drammatico con cui ha rinnovato l’appello a «non dimenticare quello che sta accadendo» rivolgendosi ai cineasti e a tutte le maestranze del cinema «perché la vostra voce conta». Ma al di là delle frasi accorate, ascoltate già in molte occasioni pubbliche, è con altro che Zelensky ha colpito al cuore e gelato la platea. «I nomi sono importanti, rischiano di cadere nell’oblio» e allora eccoli quei nomi, con accanto la loro età dai pochi mesi ai 18 anni: un appello tristissimo, città di origine, città del martirio ed età, uno ad uno, 358 vittime innocenti al 29 agosto 2022, parte di quella strage, che include 6 milioni di persone in fuga.

«Questo è il Cremlino» dice Zelensky in tuta militare. «Non bisogna rimanere in silenzio, sarebbe fare quello che la Russia auspica: abituarsi alla guerra, rassegnarsi alla guerra, dimenticare la guerra. Sono macellai, terroristi, assassini, un orrore che non dura 120 minuti come un film ma ormai da 189 giorni, tanti sono quelli della guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina».

Un intervento come questo ha azzerato tutto, riportato gli ospiti in abito da sera seduti in platea al mondo che è fuori del Palazzo del cinema, ribadito a tutti che il cinema farà pur riflettere ma resta un sogno, una fantasia. Del resto il mood espresso dai film, già è stato annunciato, piuttosto triste e depresso e forse non potrebbe essere diversamente.

Il film che ha aperto, in concorso, Venezia 79, White Noise, tratto dal romanzo di Don DeLillo, è apocalittico con la sua nube tossica a gettare nel panico i cittadini di una provincia americana, mentre anche in casa, in una famiglia istruita e unita vive il malessere, il male di vivere e la paura di morire. Il film - è importante sottolinearlo nel momento in cui il tema di riportare il pubblico ad amare il cinema in sala, indurlo ad uscire dalla comfort zone del divano di casa, è portante a Venezia 79, ribadito da tutti a cominciare dal direttore della Mostra Alberto Barbera - non uscirà in sala ma andrà direttamente in piattaforma, dal 30 dicembre su Netflix. «Un grande personaggio ma davvero difficile da definire», ha detto il protagonista Adam Driver che nel film è Jack, un professore di “nazismo avanzato” all’Università e in casa è un padre premuroso e marito affettuoso fin quando non viene colpito dalle radiazioni e scopre perché l’amata moglie Babette prende strane pillole bianche ed è sempre triste.

A guidare la giuria che assegnerà il Leone d’oro quest’anno è Julianne Moore, l’attrice americana, vincitrice dell’Oscar nel 2014 con Still Alice: «Mai avrei pensato di fare parte della giuria di Venezia, tantomeno di presiederla, la mia prima volta al Lido è stata nel 1986, ero una attrice di soap. Cosa sarà determinante? Quello che mi farà battere veloce il cuore», ha detto sottolineando che White Noise ed altri film importanti a Venezia sono per le piattaforme, «ma è la tecnologia che avanza, al centro di tutto resta l’arte e la capacità di raccontarci e questo resterà per sempre».

La leonessa della serata è stata indubbiamente Catherine Deneuve: per lei il regista francese Arnaud Desplechin ha tenuto una laudatio, spiegando perché è un’icona, una donna che al cinema ha dettato «lo Sile Deneuve», paragonandola a Bob Dylan «per fierezza e libertà», «nessuno come lei vive di cinema». In abito lungo rosso è salita sul palco per ricevere il Leone d’oro, tutti si sono alzati in piedi per lei, una veterana della Mostra dai tempi «in cui vinsi la Coppa Volpi per Belle de jour di Luis Buñuel», poi ha chiarito: «Non è un premio alla carriera, non ho smesso di andare avanti».
Sul red carpet si sono visti tra i tanti il duca di Bridgerton Regé-Jean Page, osannato dalla folla, la mecenate Patrizia Re Rebaudengo, il ministro Dario Franceschini, oltre al cast al completo di White Noise, alle giurie della Mostra che festeggia 90 anni, abiti nude look come tendenza.

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