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E' morta Isa Barzizza, la "musa" di Totò fra teatro e cinema

È morta domenica 28 maggio all’età di 93 anni l’attrice Isa Barzizza, musa di Totò, che da oltre 40 anni viveva in Sardegna. A annunciarlo, su Facebook, don Paolo Pala, parroco di Palau.

«Comunico che è venuta a mancare la nostra compaesana acquisita, cittadina onoraria di Palau. Alla figlia Carlotta, al genero Gigi, ai nipoti Martino e Nicola vadano le nostre più affettuose condoglianze. Isa è stata protagonista dello spettacolo e del cinema, spalla leggiadra del grande Totò, figlia del musicista Pippo Barzizza», ha scritto il sacerdote, che oggi alle 17 celebrerà il funerale nella chiesa del Redentore.

Nata a Sanremo il 22 novembre 1929, figlia del direttore d’orchestra Pippo Barzizza e di Tatina Salesi, debuttò giovanissima nei teatri di prosa in ruoli secondari vicino ad attori come Ruggero Ruggeri, Elsa Merlini ed Eduardo De Filippo. A lanciarla, dopo gli studi liceali, fu Erminio Macario in una sua rivista e, grazie a un fisico avvenente e alla sua ironia, divenne molto presto una delle beniamine del teatro leggero e musicale del dopoguerra italiano.

Il suo secondo padrino fu invece Totò, con cui a teatro interpretò "C'era una volta il mondo" (1948) e "Bada che ti mangio" (1949). La Barzizza con Totò debuttò anche al cinema nel film "I due orfanelli" del 1947 e realizzò con lui 11 lungometraggi.

La sua filmografia conta nel complesso una trentina di pellicole in ruoli per lo più secondari, come spalla dei comici maschili, con i quali già lavorava a teatro. Forse l’unico ruolo da protagonista che interpretò fu quello in "Viva la rivista!" del 1953; nella stagione 1951-52 lavorò con Garinei e Giovannini che omaggiarono la sua grande bellezza e il suo spigliato senso dell’umorismo in riviste come "Gran baldoria".

Negli stessi anni si cimentò anche nel teatro di prosa recitando William Shakespeare ne "La dodicesima notte" per la regia di Renato Castellani. Dopo il successo nei primi programmi Rai, nel 1960, a soli 31 anni, decise d’interrompere la carriera nel teatro brillante in seguito alla morte del marito, il regista televisivo Carlo Alberto Chiesa, per un incidente stradale avvenuto il 3 giugno 1960 sulla via Aurelia. Per alcuni anni si dedicò totalmente all’unica figlia; si legò poi sentimentalmente al costruttore edile Enzo Villoresi.

Tornò a teatro solo nei primi anni novanta, di nuovo in commedie come "La pulce nell’orecchio" per la regia di Gigi Proietti, o "Arsenico e vecchi merletti", di Joseph Kesselring, per la regia di Mario Monicelli. Tornò a lavorare anche al cinema e in televisione: condusse per Rai 3 il rotocalco "Mai dire mai" nel 1989 con Fabio Fazio e Giampiero Mughini e partecipò alle due serie della fiction di Rai 1 "Non lasciamoci più" (1999 e 2001). Nel 2012 nel film "Viva l’Italia" tornò sul grande schermo, dove apparve per l’ultima volta in "Indovina chi viene a Natale?" (2013) di Fausto Brizzi.

 

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