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Abbattuta un'altra villa dei Casamonica a Roma e Salvini sale sulla ruspa

A 20 metri dalla ruspa con cui Matteo Salvini ad uso e consumo di decine di fotografi dà il via all’abbattimento della villa, Guerino Casamonica detto 'Pelè' accoglie i giornalisti nel giardino di casa sua, una costruzione a due piani rosso pompeiano con piscina, prato all’inglese e telecamere che riprendono ogni angolo, abusiva anche questa ma condonata: «Se il ministro vuole, gli offro un caffè. Noi siamo come la famiglia Rossi, come tante altre famiglie, non controlliamo nessun territorio».

La demolizione dei mille metri quadrati in via Roccabernarda è un altro colpo all’immagine dei Casamonica ma non basta ancora per cancellare il controllo che la famiglia continua ad avere su parte di Roma est, come confermano le parole di 'Pelè'. E’ un fatto comunque che un bel pezzo di Stato si sia presentato dopo anni d’abbandono in questa periferia oltre il Raccordo Anulare dove, dicono gli stessi residenti, «è tutto abusivo».

Oltre al ministro dell’Interno, che non si è fatto scrupoli a partecipare ad un’iniziativa che è della regione Lazio - «quattro anni fa io ero da solo qui, ora ci sono tutti e meno male che è così» dice Nicola Zingaretti - ci sono il prefetto di Roma Paola Basilone e il direttore dell’Agenzia dei beni confiscati alla mafia Ennio Sodano, assieme all’Esercito che con i suoi mezzi in 4-5 settimane distruggerà la villa per far posto entro l’estate ad un parco giochi e ad una biblioteca per il quartiere. Ed è un fatto che sia Salvini sia Zingaretti ribadiscono come proprio questa «unità» dello Stato sia stata la chiave per arrivare alle ruspe.

«Quella di oggi è una bella pagina di pulizia, onesta, legalità e concretezza. - dice il titolare del Viminale - Per abbattere, ricostruire e riconsegnare un bene alla legalità non c'è colore politico che tenga».

«Sono felice che il ministro sia qui - risponde Zingaretti - Non c'è in corso una battaglia politica ma la lotta dello Stato per riportare la legalità in una zona difficile della città. Se ci uniamo la battaglia si vince».

Il governatore annuncia anche che nelle prossime settimane la Regione prenderà in gestione altri 40 beni confiscati di un pacchetto di 490, tra i quali anche la villa del 'Cecato' Massimo Carminati a Sacrofano. La villa dove abitò la sorella di Guerino Casamonica con il padre fu dichiarata abusiva nel 2009 e sgomberata nel 2013: oggi le ruspe hanno iniziato ad abbattere uno scheletro. Ma tanto è bastato a Matteo Salvini per inventare il verbo 'ruspare': "Tranquilli, non le guidiamo né io né Zingaretti, ma ruspare la villa di un mafioso è qualcosa per cui vale la pena fare il ministro», ha detto rispedendo poi ai Casamonica sia l’invito per il caffè sia le presunte minacce nei suoi confronti. «Con loro non voglio avere niente a che spartire. E se pensano di spaventarmi minacciandomi hanno sbagliato persona. Io sono di coccio. Inseguiremo i delinquenti strada per strada, quartiere per quartiere, palazzo per palazzo, riconquisteremo metro per metro ogni casa che è stata accumulata con il malaffare». A pochi metri da lui, Guerino Casamonica osserva il via vai di poliziotti e giornalisti. «Qui si vive bene, c'è l’aria pura, non mi trasferirei mai. Do fastidio ai vicini? Ho fatto solo qualche festa».

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