Sabato Salerno, ieri Palermo, Modena, Napoli, Genova, Pavia, Frosinone ma anche Vercelli, Alessandria, Foggia. L'onda lunga del coronavirus arriva nelle carceri italiane e si trasforma in protesta, quando non in aperta rivolta.
Il fatto più grave è accaduto a Modena, dove sei detenuti sono morti in circostanze che sono da chiarire. Nel primo pomeriggio i detenuti, protestando per le misure di prevenzione per il Covid-19, si erano barricati nell'istituto della città emiliana.
Proteste anche nel carcere palermitano di Pagliarelli. In serata i detenuti hanno bruciato lenzuola e carta e hanno iniziato a battere contro le sbarre delle celle per attirare l'attenzione. "Situazione sotto controllo - ha detto la direttrice del carcere, Francesca Vazzana -. I detenuti hanno protestato e noi abbiamo cercato di dialogare con loro. Certo le preoccupazioni sono comprensibili, anche noi siamo preoccupati. In un carcere che ospita 1400 detenuti la gestione dell'emergenza, anche perché in una cella spesso sono in quattro e non si riesce a mantenere le distanze previste".
Secondo il Sap, il sindacato della polizia penitenziaria, i carcerati "chiedono provvedimenti contro il rischio dei contagi" spiega il segretario Aldo Di Giacomo. La sospensione dei colloqui, prevista dalle misure anti-coronavirus, è alla base della protesta nel carcere napoletano di Poggioreale, dove alcuni detenuti sono saliti sui muri del cosiddetto 'passeggio', nella zona interna del penitenziario. Parallelamente, al di fuori del carcere, c'è stata la protesta dei parenti dei carcerati, anche loro per lo stesso motivo.
Nervi tesi anche a Pavia dove tutti i detenuti dell'istituto penitenziario sono usciti dalle celle e sono saliti addirittura sui tetti all'interno della struttura. Sono rientrati nelle celle a tarda sera. I carcerati sono scesi dai tetti e dai camminamenti dove si erano asserragliati dopo una trattativa con il procuratore aggiunto pavese Mario Venditti. Da quanto ha spiegato il magistrato la protesta, nata sull'onda dello stop ai colloqui a vista per il coronavirus, riguarda lamentele su "questioni che riguardano il trattamento carcerario". Sarà l'inchiesta della Procura a far luce sulla dinamica della sommossa.
Le misure sui colloqui previste dal dpcm anti-coronavirus (vanno usate modalità telefoniche o video) sono state la scintilla che ha fatto sollevare anche i detenuti di Frosinone: un centinaio si sono barricati all'interno della seconda sezione, da cui è stato visto provenire fumo.
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