La comunità ucraina in Italia si è risvegliata sotto choc, spiazzata dalla notizia dell’offensiva russa ma determinata a sostenere la resistenza del proprio popolo, in alcuni casi persino tornando in patria a combattere. «Siamo sotto choc perchè, anche se sapevamo cosa ci si può aspettare da Putin, fino all’ultimo speravamo che il buon senso potesse vincere», ha dichiarato Oles Horodetskyy, presidente dell’Associazione cristiana degli ucraini in Italia, intervistato dall’AGI. «Ora invece», ha osservato, «si rischia una catastrofe mondiale. Purtroppo si sono verificate le peggiori previsioni. Siamo molto preoccupati. Bisogna aiutare bambini e donne che rischiano di finire sotto i bombardamenti non solo a Donbass ma in tutta l’Ucraina occidentale. E occorre dare supporto a chi rimane in Ucraina con aiuti economici o umanitari».
Diversi uomini, confermano le associazioni, sono in partenza dall’Italia e dall’Europa per combattere in patria. «Gli ucraini non scappano e non si arrendono facilmente. Moltissime persone stanno rientrando in patria per combattere e difendere le proprie famiglie», ha spiegato all’AGI Alesya Tataryn, 54 anni, dell’Associazione Italia-Ucraina Maidan. L’associazione è nata nel 2014 in seguito alla cosiddetta 'rivoluzione della Dignita» per aiutare la popolazione dell’ex repubblica sovietica.
La comunità ucraina in Italia è la più grande d’Europa con 230 mila persone, per l’80% donne. Lombardia, Campania, Emilia Romagna e Lazio sono le regioni dove si concentra il maggior numero di ucraini. Secondo il ministero dell’Interno, la penisola ospita il 28% del numero totale di migranti ucraini stabiliti in Europa e solo a Roma sono circa 20.000.
Rabbia e paura si mischiano con la determinazione a reagire all’invasione russa. «Rischiamo di non avere più un futuro, una terra, una casa, di scomparire come popolo. Putin ha dichiarato che non esistono gli ucraini. Queste affermazioni sono forse più preoccupanti rispetto alle bombe perchè vengono dette nel 2022», ha detto Horodetskyy.
Il pensiero delle associazioni in Italia poi va ai connazionali più fragili, ovvero donne e bambini.
«I russi sono entrati dal nord al sud del Paese. Tutta l’Ucraina è zona rossa. Nessuno era pronto ad uno sviluppo così grave. Continuiamo a raccogliere i fondi per aiutare le persone sul posto. Chi vive vicino alle frontiere sta cercando di uscire dal Paese e chi vive nelle città più lontane dalle frontiere rimane a casa» racconta Alesya Tataryn che ha sentito diversi connazionali in patria. «Gli ucraini non molleranno. Faranno la Resistenza. Questa volta gli ucraini faranno di tutto per far finire una volta per tutte questa guerra. Putin ha minacciato tutti gli europei non solo l’Ucraina», conclude.
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