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L'apocalisse nelle Marche e i lavori mai fatti sul Misa: senza esito le ricerche dei dispersi

Ancora senza esito le ricerche del piccolo Mattia e della 56enne Brunella. Tra conta dei danni e prime risorse stanziate infuria la polemica su quelle opere ritenute necessarie e mai fatte. Sul passato pende un'inchiesta aperta, oggi sono due i filoni di indagine seguiti dalla Procura per stabilire se ci sono responsabilità. Ecco quali sono...

Un’altra notte senza esito nelle ricerche del piccolo Mattia di 8 anni e di Brunella Chiù, la 56enne che era in auto con la figlia, che risultano ancora dispersi nell’alluvione che ha colpito le Marche. Le ricerche si concentrano nella zona di Contrada Coste, nel Comune di Barbara e si estendono a tutta l’area coinvolta dalla bomba d’acqua. Decine di squadre dei vigili del fuoco sono all’opera dalla serata di giovedì, sia nella ricerca dei dispersi che nel portare soccorso alla popolazione travolta dal fango. In tutto sono 250 i vigili del fuoco impegnati nella zona di Ancona, 100 in quella di Pesaro Urbino, con un totale di circa 900 interventi effettuati rispettivamente nelle due aree colpite dall’alluvione. Senza sosta le ricerche degli ultimi due dispersi nella zona di Barbara.

Da quanto apprende l’Ansa oggi, grazie alle favorevoli condizioni meteo - sulla zona di Senigallia splende il sole - ci potrebbe essere un cambio netto di strategia nel ricercare Mattia e Brunella: oltre che scandagliare il Nevola - affluente del fiume Misa - si potrebbe iniziare a rimuovere i grandi blocchi trasportati dalla piena.

I sindaci, ieri, hanno invece invitato la cittadinanza a restare in casa e salire ai piani alti. Il sabato è tuttavia passato senza ulteriori disastri. Intanto, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio ha firmato l’ordinanza per i primi interventi urgenti (stanziati 5 milioni di euro): il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, è stato nominato commissario delegato; disposto un contributo di autonoma sistemazione tra 400 e 900 euro alle famiglie con la casa danneggiata; decisa anche la sospensione dei mutui.

Si è poi fatto sentire il Papa. "La drammatica alluvione nelle Marche, che ha provocato lutti, rovine e dolore in tutto il Paese - le parole di Francesco - rappresenta l’ulteriore conferma che la sfida del clima merita la stessa attenzione del Covid e della guerra».

Mentre si contano i danni, si mette in moto la macchina della ripresa. Il presidente delle Marche dovrà sottoporre entro 30 giorni il suo Piano all’attenzione del capo della Protezione civile. Le misure, da realizzare «anche con procedure di somma urgenza», hanno l'obiettivo di assistere la popolazione colpita e ripristinare servizi pubblici ed infrastrutture. Il Commissario assegnerà alle famiglie che hanno avuto danneggiata la propria abitazione un contributo di 400 euro mensili per i nuclei monofamiliari, fino ad un massimo di 900 euro per i nuclei composti da 5 o più unità.

«Abbiamo centinaia di uomini e donne del volontariato di protezione civile e delle strutture operative al lavoro sul territorio - ha spiegato Curcio - ma in momenti difficili come questi è importante anche dare velocemente al territorio un quadro normativo di riferimento». L’Abi, da parte sua, aveva chiesto le banche a sospendere i mutui nelle aree colpite, mentre la famiglia degli imprenditori Della Valle ha messo a disposizione della Regione 1 milione di euro per assistere i marchigiani ed ha rivoto un appello «a tutto il mondo delle imprese chiedendo di sostenere ed aiutare in tutti i modi possibili le persone e i territori che sono stati duramente colpiti».

Intanto infuria la polemica su opere attese «da 30 anni» e ritenute «urgenti e prioritarie» anche nel 2009, con le risorse per farle a disposizione, ma poi bloccate o rallentate da passaggi di competenza tra enti, appalti e subappalti, lavori completati solo in parte o mai partiti. E’ una storia di ordinaria burocrazia quella delle opere per la messa in sicurezza del fiume Misa, esondato in più punti nella notte del 15 settembre dopo la bomba d’acqua che ha colpito le Marche provocando 11 morti e danni ingenti. Ma è anche una storia che incrocia politica e inchieste giudiziarie. Secondo gli esperti, gli effetti disastrosi si sarebbero potuti mitigare con l’innalzamento degli argini e la realizzazione di casse di espansione, già indicati in alcuni documenti del 2009 come «urgenti e prioritarie» e tornati alla ribalta dopo l’alluvione di Senigallia del 2014, che causò anch’essa decessi e danni. In quell'occasione vengono stanziati i primi fondi per i lavori: secondo Matteo Renzi, allora presidente del Consiglio in visita a Senigallia, c'erano i soldi per fare la cassa di espansione, un’opera che avrebbe consentito di ridurre la portata di piena del corso d’acqua: a disposizione 45 milioni ed era anche pronto il progetto. «Trovo incredibile che questa opera non sia stata fatta per ritardi burocratici» ha detto oggi. Quattro anni dopo, nel 2018, vengono bandite due gare d’appalto per la manutenzione del fiume, con rifacimento degli argini e pulizia dell’alveo. Ma un anno e mezzo dopo il progetto si ferma per problemi sulle procedure di Via, la Valutazione di impatto ambientale. Nel 2021, la Regione Marche, per non perdere uno stanziamento di oltre 900mila euro, rimodula il finanziamento con un nuovo progetto esecutivo a cura del Genio civile e finalmente, lo scorso aprile, viene consegnato il cantiere per le vasche di espansione in zona Bettolelle a Senigallia. Proprio il punto dove è morto un anziano. Ma gli appalti in questo caso finiscono, insieme a quelli per altri fiumi, sotto la lente della Procura di Ancona, che arresta funzionari pubblici e imprenditori privati per turbativa d’asta. L'inchiesta è ancora in corso.

Anche l’alluvione dei giorni scorsi è subito finita all’attenzione della Procura, che ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio colposo plurimo e inondazione colposa. I carabinieri hanno prelevato della documentazione in Regione e domani sono in programma sopralluoghi nelle aree colpite. Due i filoni di indagine: il primo riguarda l’allertamento della popolazione, che non c'è stato perché - come pare ormai accertato - i bollettini meteo non segnalavano livelli di precipitazioni preoccupanti; il secondo punta a rilevare eventuali responsabilità e negligenze negli interventi di manutenzione (fatti, non fatti, fatti male) sui corsi d’acqua che hanno causato le inondazioni. Per quanto riguarda il primo aspetto, la Protezione civile della Regione Marche ha parlato di «un fenomeno meteo impossibile da prevedere nella sua intensità e sviluppo con le attuali conoscenze disponibili». Ecco perché non è stato diramato alcun bollettino di allerta rivolto alla popolazione residente nelle aree colpite. I Carabinieri hanno acquisito documentazione in merito negli uffici regionali da mettere a disposizione della Procura. Ma i Forestali si stanno occupando anche dei lavori di manutenzione e pulizia dei corsi d’acqua esondati. E i sopralluoghi nei punti dove i fiumi hanno superato gli argini serviranno proprio a verificare eventuali negligenze. Accertamenti sono poi in corso anche presso la Regione e gli enti coinvolti nelle opere. Il sindaco di Senigallia Massimo Olivetti scuote la testa: "in tanti anni è stato fatto troppo poco». «Nel 2015 abbiamo fatto un lavoro di ricognizione delle risorse, mettendo insieme quelle delle Province, statali, regionali e anche fondi Ue - spiega l’ex presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli -, non abbiamo mai tolto un euro per quell'intervento, anzi li abbiamo aggiunti. Ma la verità è che in Italia è impossibile fare lavori, c'è troppa burocrazia». E così, lavori dichiarati urgenti e prioritari 13 anni fa, sono a stento partiti.

Il papà di Mattia: "Voglio credere che sia vivo"

«Voglio credere che Mattia sia vivo, magari si è aggrappato a una pianta»: a dirlo all’Ansa è Tiziano Luconi, il papà del bambino di 8 anni ancora tra i dispersi. «In tre giorni ho dormito tre ore, sono distrutto, ma devo trovare Mattia», racconta al telefono il padre che intanto partecipa alle ricerche. «Mattia è il mio gnometto speciale, noi stiamo sempre insieme», racconta Tiziano che manda un «ringraziamento speciale a vigili del fuoco, forze di polizia e volontari». «La forza per andare - conclude - me la dà solo la speranza e la voglia di credere con tutto me stesso che Mattia sia vivo».

Papa Francesco: "Prego per le Marche"

Papa Francesco prega «per le popolazioni delle Marche» colpite dalle alluvioni. «Prego per i defunti e per i loro familiari, per i feriti e chi ha subito gravi anni», ha detto all’Angelus, «il Signore dia la forza a quella comunità»

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