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"Su di me solo falsità". L'attrice Lodovica Mairé Rogati respinge le accuse di Richetti

Accuse cavalcate con denunce, smentite e querele che avvelenano la vigilia della campagna elettorale del senatore di Azione, Matteo Richetti. Tanto da indurre ad intervenire nella pozzanghera di sospetti e insinuazioni lo stesso leader del partito Carlo Calenda, che chiarisce: «lui è una persona per bene, ci metto la mano sul fuoco». L’altra protagonista della vicenda, a suo dire tirata in ballo senza la sua volontà, è Lodovica Mairé Rogati, attrice 42enne e presidentessa di un’associazione contro la violenza sulle donne, la quale secondo alcuni giornali avrebbe accusato il parlamentare di molestie sessuali. «Non sono la persona di cui parla Fanpage (la testata che per prima ha sollevato il caso - ndr). Non ho mai denunciato Richetti, si sono dette tante falsità», chiarisce la donna, che annuncia: «querelerò tutti quelli che hanno scritto il mio nome a sproposito, nessuno escluso, e chiederò risarcimenti milionari». Sul fronte opposto, il capo del Terzo Polo fa scudo al senatore: «C'è stato un attacco anonimo a un senatore della Repubblica durante la campagna elettorale da parte di una signora, che ha precedenti gravi con condanna per stalking e calunnia. Stanno uscendo sulla stampa tre casi al giorno assolutamente analoghi dalla stessa signora verso altre persone. Quello che è stato linciato ignobilmente è il senatore Richetti», insiste Calenda parlando anche di «un’operazione politica architettata e ingegnata».

La prima denuncia, per stalking, era partita nell’autunno del 2021 (lo stesso leader di Azione dice di esserne a conoscenza da un anno) ma sarebbe poi stata archiviata dalla Procura di Roma. E le precisazioni dell’attrice proseguono: «Non c'è stato stalking da parte mia nei confronti di Richetti. Inoltre ho la fedina penale pulita, ho ricevuto una sentenza di condanna in primo grado per calunnia senza neanche dover risarcire la controparte e sono stata assolta in un’altra vicenda in secondo grado, perché il fatto non sussisteva. Mi dispiace che sia stata strumentalizzata la mia vicenda e che non si parli del vero problema degli abusi. Non è un modo accogliente nei confronti delle vittime. La mia associazione è no profit, non prendo denaro e non ho fatto pressioni ad alcuno su nulla per ricevere aiuto», spiega Rogati, che è presidente dell’associazione contro la violenza sulle donne "Io non ci sto". Anche se tra i due questa guerra a colpi di esposti, vecchie carte, rancori, sms e contro-querele sembra appena cominciata, c'è chi scommette possa evaporare presto, dopo il 25 settembre.

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