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Catania, i "fragili" scendono dalle navi ong Humanity e Geo Barents. Proteste per lo sbarco "selettivo"

In 144 hanno lasciato Humanity 1, ma 35 sono rimasti a bordo. E anche per 100 fragili dello Geo Barents è iniziato lo sbarco a Catania che si concluderà in queste ore. Ma lo scontro è su chi non può scendere, come prevede il decreto del governo sui flussi migratori. Il livello di tensione è altissimo. Lo dice con fermezza il comandante della Humanity 1, Joachim Ebeling, spiegando che «ci è stato ordinato di lasciare il porto di Catania: «Ma io non posso, dobbiamo trovare una soluzione qui» perché «sarebbe contro le leggi andare via con i sopravvissuti, come mi ha spiegato il mio legale».

E presto il confronto potrebbe spostarsi in aule giudiziarie: "un pool di avvocati - annuncia Aboubakar Soumahoro, deputato della Camera di Verdi e Sinistra italiana - sta seguendo la posizione legale dei 35 profughi rimasti a bordo della nave Humanity 1. Non partiranno, perché sarebbe illegale. Ci stiamo attivando per fare valere la legge e il diritto internazionale». Intanto le persone rimaste sull'imbarcazione della ong si affacciano dalla barca e seguono il movimento sul molo di Levante. E quando passa l’esponente di Sinistra italiana, Pierpaolo Montante, che si batte il pugno sul cuore, dalla nave scattano due fragorosi applausi che commuovono il politico rimasto senza voce nello scandire, assieme a decine di attivisti, slogan contro le regole migratorie del governo.

Medici senza frontiere: illegale lo sbarco selettivo

Per Medici senza frontiere «un’operazione di soccorso si può considerare terminata solamente una volta che tutti i sopravvissuti sono stati fatti sbarcare in un luogo sicuro». La ong contesta che «lo sbarco selettivo e parziale, come quello proposto dalle autorità italiane, non è da considerarsi legale secondo le convenzioni di diritto marittimo» e ricorda che «il governo dovrebbe prendere ogni misura necessaria per far sì che i sopravvissuti restino a bordo il minor tempo possibile, secondo quanto stabilito dalle Linee Guida sul Trattamento delle Persone Soccorse in Mare». Anche dalla Geo Barents i primi a scendere sono minorenni e bambini piccoli: in queste ore sono sbarcati già 56 minori non accompagnati, 3 donne e 41 componenti di nuclei familiari. Saranno portati nel Palaspedini, impianto sportivo del Comune, dove ieri erano stati condotti quelli sbarcati da Humanity 1 - ne sono scesi 102 di cui cento non accompagnati - che sono trasferiti in strutture per minorenni. Resta da capire cosa succederà alle navi delle ong che, una volta sbarcati donne, bambini, fragili e famiglie, si rifiuteranno di lasciare le acque italiane con a bordo gli altri migranti nonostante le disposizioni del decreto e se, sul mancato rispetto delle nuovo provvedimento, interverrà la magistratura con indagini e sequestri.

Sos Humanity ricorrerà al Tar del Lazio

Sos Humanity ricorrerà al Tar del Lazio contro i provvedimenti del governo in relazione alle operazioni in corso a Catania. lo afferma una nota della ong. «Sia il decreto del governo che il divieto allo sbarco di 35 sopravvissuti- spiega (br)Mirka Schafer, dell’ufficio legale di Sos Humanity - violano la legge internazionale e quella italiana. (br)La legge internazionale prevede che le operazioni di ricerca e soccorso si concludano con lo sbarco dei sopravvissuti in un posto sicuro. Permettere lo sbarco solo ad alcuni sopravvissui selezionati è illegale. Inoltre, cacciare tutti gli altri fuori dalle acque territoriali costituisce una forma di respingimento collettivo ed è un atto che viola sia la Convenzione europea dei diritti umani sia il principio di non respingimento cosi come definito dalla Convenzione di Ginevra sui rifugiati"(br) Sos Humanity chiederà al tribunale di a Catania di esprimersi affinchè «assicuri che a coloro che a bordo invocano il diritto di protezione sia garantito a terra l’accesso a una richiesta urgente di asilo» e che «ai 35 sopravvissuti si permetta lo sbarco immediato».

Contestato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi

Le proteste del mondo degli attivisti, contrario allo "sbarco selettivo", intanto non si sono fatte attendere. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è stato contestato da alcuni esponenti della ong Mediterranea a Venezia mentre partecipava a un evento e il Pd, con Letta, chiede che il responsabile del dicastero riferisca in Aula al Parlamento. Ma la 'linea durà è confermata dal governo e il 'braccio di ferrò con le ong sembra destinato a durare ancora, con due posizioni che appaiono inconciliabili. Altre due navi Ong restano ancora al largo delle coste del Catanese: la tedesca Rise Above, con a bordo 90 persone, e la norvegese Ocean Viking, con 234 migranti, con quest’ultima che è fuori dalle acqui territoriali italiane, ma naviga vicino al suo 'confinè. E Alarm Phone lancia l’allerta per una nave con circa 500 persone a bordo, «in fuga dalla Libia», che si trova «in difficoltà nella zona Sar a est dell’arcipelago di Malta».

Passo avanti per un accordo sulla redistribuzione dei migranti

Un passo avanti per un accordo sulla redistribuzione dei migranti sbarcati in Italia potrebbe arrivare dalla Francia che metterà a punto martedì, in una riunione del suo ministero degli Interni, le modalità per l’accoglienza dei migranti sbarcati in Italia: è una conferma della disponibilità manifestata venerdì scorso dal ministro Gerald Darmanin ad accogliere «una parte dei migranti, delle donne e dei bambini, affinché l’Italia non si debba prendere carico da sola del fardello di questo arrivo». Il via libera al trasferimento arriverà dopo un sopralluogo in Italia dei responsabili dell’immigrazione francese che effettueranno colloqui coi migranti da accogliere. In queste ore però le interlocuzioni per la redistribuzione dei richiedenti asilo potrebbero riguardare anche altri Paesi, come la Germania. Intanto la Procura di Catania ha aperto un’inchiesta sulla possibile presenza di scafisti su nave Humanity 1 e Geo Barents. Le indagini della squadra mobile mirano ad individuare eventuali componenti dell’equipaggio sulle barche soccorse dalle Ong nel Mediterraneo.

Orban: grazie Meloni per difendere i confini dell'Europa

«Finalmente! Dobbiamo un grande ringraziamento a Giorgia Meloni e al nuovo governo italiano per aver protetto i confini dell’Europa». Lo scrive su Twitter Viktor Orban rilanciando un articolo in cui si dà conto della parziale chiusura dei porti alle navi delle Ong con a bordo i migranti. Il tweet si conclude con l’hashtag «#GrazieGiorgia».

Il Papa: salvare vite ma Ue non lasci Italia sola

«La vita va salvata, il Mediterraneo è un cimitero, forse è il cimitero più grande» ma "l'Italia, questo governo, non può fare nulla senza l’accordo con l’Europa, la responsabilità è europea», «ogni governo dell’Unione europea deve mettersi d’accordo su quanti migranti può ricevere» e «l'Unione europea deve prendere in mano una politica di collaborazione e di aiuto, non può lasciare a Cipro, alla Grecia, all’Italia e alla Spagna la responsabilità di tutti i migranti che arrivano alle spiagge». Lo ha detto il Papa, nella conferenza stampa con i giornalisti al seguito, parlando della situazione di queste ore nel Mediterraneo.

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