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Pestaggio a Firenze, la preside: "Fascismo nato in momenti come questo". Valditara: "Ridicolo"

Solidarietà verso gli aggrediti, presa di distanza da ogni tipo di violenza, ma anche un promemoria rivolto agli studenti per ricordare che il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate, ma con la violenza accompagnata dall’indifferenza dei passanti. Sono numerose le circolari scritte, e in molti casi pubblicate in home page, dai dirigenti scolastici delle scuole di secondo grado di Firenze dopo l’aggressione di sabato scorso da parte di giovani di Azione Studentesca ai danni di studenti del liceo classico Michelangiolo.

In un messaggio rivolto ai suoi studenti, la preside del liceo Leonardo da Vinci, Annalisa Savino, scrive che «il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. E’ nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti». E aggiunge: «Chi decanta il valore delle frontiere chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così».

Il liceo Pascoli, in una comunicazione dal titolo 'Questa scuola, la scuola, è antifascista, sempre', ribadisce che la «scuola promuove il dialogo costruttivo e si oppone a ogni forma di violenza, a ogni aggressione fisica e ideologica, a ogni forma di sopraffazione che neghi i valori democratici nati dalla Resistenza». La dirigente scolastica del liceo Galileo, Liliana Gilli, esprime «solidarietà alle persone coinvolte in un episodio che lascia sbigottiti e che crea profondo dispiacere in quanto atto di violenza gratuita, inutile e vile», mentre la dirigente scolastica del liceo Gramsci, Silvia Bertone, esprime «fermamente» il «dissenso nei confronti della violenza, in tutte le sue forme e in tutti i suoi colori». «Ferma condanna» anche da parte dell’Ic Verdi, nei confronti «degli atti di violenza squadrista» che ricordano «alcuni dei momenti più bui della nostra storia recente». Per Ludovico Arte, preside dell’Itt Marco Polo, «quando si vede un ragazzo che viene picchiato a terra mentre è inerme, la condanna dovrebbe essere ferma e unanime, indipendentemente dalle appartenenze politiche». Lo stesso liceo Michelangiolo esprime «profonda riprovazione e sdegno per l’aggressione subita da alcuni studenti». «Il patrimonio valoriale su cui si fonda l’ordinamento scolastico - si legge - improntato ai principi della nostra Costituzione, risulta ignobilmente vilipeso da tale esecrabile azione».

La replica di Valditara: "Impropria la lettera della preside"

«E' una lettera del tutto impropria mi è dispiaciuto leggerla non compete ad una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà: in Italia non c'è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c'è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il nazismo o con il nazismo. Sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole; se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure». Così a Mattino 5 il ministro Valditara riferendosi alla preside del liceo di Firenze, Savino.

Minacce al ministro, accertamenti in corso

«Le minacce non mi preoccupano, ritengo si stia creando un brutto clima, occorre abbassare i toni della polemica; ho lanciato la sfida per un nuovo patto repubblicano e mi aspetto dall’opposizione solidarietà rispetto a queste deliranti minacce ma ad oggi non mi è arrivata solidarietà». Sono in corso, intanto, degli accertamenti da parte della Digos della Questura di Torino sulle minacce, apparse quattro giorni fa sui social, contro il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. In particolare si tratterebbe di un post con su scritto «Ho sognato questa notte le barricate in via Bologna. E la Digos qua non entra più, Valditara a testa in giù». L’accenno sulle barricate sarebbe un riferimento ad un fatto accaduto due settimane fa nel capoluogo piemontese, quando venne occupato, da un collettivo studentesco vicino al centro sociale Askatasuna, il liceo Einstein, in via Bologna. Durante la protesta infatti vennero usati dagli studenti dei cassonetti come barricate.

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