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Maurizio e l'antidiva Maria, un amore suggellato in Campidoglio da Rutelli

A officiare il matrimonio, nel 1995 in Campidoglio, fu Francesco Rutelli. «Io ero tesa, tu eri a tuo agio, conoscevi già la prassi. C'erano tantissimi fotografi e tu mi davi le direttive: destra, sinistra, centro, sorridi... Per quell'estate ero andata io ad affittare la casa ad Ansedonia e il signore che affittava mi chiese: è sicura che viene anche lui?». Lo aveva ricordato sul filo dell’ironia Maria De Filippi, nel primo faccia a faccia in tv con Maurizio Costanzo, a febbraio 2017, quando - alla vigilia del debutto sul palco di Sanremo con Carlo Conti - si era raccontata al marito in uno scambio di memorie, aneddoti, filmati punteggiato dalla commozione.
Un legame, quello tra l’antidiva De Filippi e il presenzialista Costanzo, morto oggi all’età di 84 anni, nato nel 1990. De Filippi lavorava a Univideo, andò a Venezia per un dibattito e conobbe Maurizio, allora sposato con Marta Flavi, che le chiese se volesse lavorare per lui. «Mi era antipatico perché faceva sempre domande scomode», raccontava Maria. All’inizio «nessuno sapeva, siamo stati scoperti al telefono».
Intervenne allora mamma Pina, che chiamò Costanzo per chiedere le sue intenzioni nei confronti della figlia: andarono a trovare i genitori a Pavia e lui li conquistò senza farli parlare, vincendo le resistenze di papà Giovanni, in particolare, che era molto cattolico e guardava con un certo sospetto a un uomo divorziato (era già stato sposato, oltre che con la Flavi, con Lori Sammartino e Flaminia Morandi) e di diversi anni più anziano della figlia. «Maurizio - raccontò Maria a Domenica in - fu un paravento come al solito, lo intervistò senza farlo parlare e tornammo a Roma felici e contenti».
Il 14 maggio 1993, l’attentato di Via Fauro, l’esplosione dell’auto imbottita di tritolo per colpire la vettura dove Costanzo viaggiava con de Filippi, il cane e l’autista. «Se non avessi cambiato macchina, per caso, quella sera... abbiamo fatto in tempo a girare in una strada che finiva in via Fauro, perché chi doveva far brillare la bomba si è chiesto 'ma sarà lui o non sarà lui' e ha premuto quando noi eravamo già fuori tiro», aveva spiegato Costanzo. «Maria è stata molto male e le ho promesso che non mi sarei occupato di mafia per un p0'». Proprio quella sera decise di sposarla, «perché capii una cosa fondamentale: è lei la persona che voglio che mi tenga la mano quando morirò».
Sulla morte avevano provato anche a scherzare, qualche anno fa a Domenica in: «'Lo sai che a me ai funerali non piace andare...'», aveva ironizzato de Filippi. E Costanzo di rimando: «Ma lì ce devi venì per forza». Qualche mese fa, però, in un’intervista a Oggi, la conduttrice aveva confessato: "Non so se ne sarò capace, se avrò la forza e il coraggio di tendergli la mia mano quel giorno lì. Troppo dolore. Non voglio che mi resti come ultimo ricordo l'intreccio di quelle dita».
A cementare il legame, nel 2002, la richiesta di affido di Gabriele, 10 anni, poi definitivamente adottato nel 2004. Sul piano professionale, il sodalizio Costanzo-De Filippi è stato suggellato dalla Fascino - Pgt, la società che ha esordito nel 1982 con la produzione del Maurizio Costanzo show (in onda prima su Rete4, poi su Canale 5) e che ha realizzato negli anni numerosi programmi dei due big del piccolo schermo, da Tutte le mattine e Buon pomeriggio, da Amici a Uomini e donne a C'è posta per te. Oggi la Fascino è controllata al 50% da Rti (Mediaset) e al 50% da De Filippi, dopo che nel 2008 Costanzo ha ceduto le sue quote alla moglie.

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