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Taormina, l’informazione: frontiera democratica tra mestiere e sostenibilità

L’impatto del web sulle dinamiche della comunicazione, il ruolo dell’impresa editoriale e l’incidenza delle scelte aziendali strategiche sulla qualità del lavoro giornalistico, la narrazione dei territori che rende il giornalismo uno strumento di prossimità, partecipazione democratica e coesione e un’etica che obbliga a precise responsabilità, nel declinare un mestiere che si svolge tra la ”strada” e la redazione, ma anche tra querele temerarie, difficoltà oggettive nella ricostruzione autentica e dilagare di disinformazione e fake. Un dibattito intenso nei dieci panel degli Stati generali della Parola dell’Editoria e dell’informazione in corso a Taormina, coordinati da Elvira Terranova e Nino Randazzo. Tra le testimonianze più intense quella dell’inviato del TG1 Giuseppe La Venia, che tra le cronache da Codogno all’esordio del Covid a quelle dall’ospedale pediatrico oncologico di Leopoli, ha fatto emergere la cifra più autentica del giornalismo che sa raccontare i fatti perché li vive in presa diretta. Le nuove professioni raccontate da Assia La Rosa founder dell’agenzia I Press, e il ruolo della formazione dei giovani aspiranti giornalisti, a partire dall’Università, evidenziato dal prof. Francesco Pira, docente di sociologia dei processi culturali Unime. L’impegno quotidiano della Rai nel servizio pubblico d’informazione è stato evidenziato da Roberta De Cicco, direttrice sede Rai Sicilia.

La necessità di garantire la solidità economica delle aziende editoriali come requisito di libertà del sistema informativo è stata sottolineata dal presidente e direttore editoriale di Società Editrice Sud Gazzetta del Sud Giornale di Sicilia Lino Morgante, mentre Antonello Piraneo direttore de La Sicilia di Catania ha evidenziato come la crisi della diffusione del giornale cartaceo sia anche legata a quella dei punti vendita. Franco Nuccio, caporedattore di Ansa Sicilia, ha delineato il cambiamento in particolare nella narrazione giornalistica del quotidiano cartaceo. In Sicilia e in Calabria il più alto tasso di querele temerarie, come ha ammonito Nuccio Anselmo, vicecaposervizio e cronista di giudiziaria della Gazzetta del Sud nel panel cui ha preso parte anche Sigfrido Ranucci che ha raccontato 25 anni di Report lanciando l’allarme sul pericolo di un ”oblio di Stato” a seguito dell’applicazione della normativa stringente.

Si prosegue domani   con gli incontri conclusivi su autodisciplina e authority, con il presidente del Corecom Sicilia Andrea Peria Giaconia, e sulle regole del giornalismo secondo il testo unico, evento formativo con il presidente Cnog Carlo Bartoli e, tra gli altri relatori, Paolo Ruffini, prefetto del dicastero per la comunicazione della Santa Sede. In conclusione il documento di sintesi, che sarà presentato dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia Roberto Gueli.

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