Capello corto, seno fasciato, voce profonda.
«Guarda che sono proprio un bel maschietto. Sul set mi paragonavano a Brad Pitt».
Così è accaduto che Antonia Liskova, femminilissima bellezza, è diventata Andrea, uomo e aspirante chef, per 'Basta un paio di baffi', la prima delle nuove commedie sentimentali del ciclo di Rai1 'Purché finisca bene'.
Un viaggio attraverso l’Italia, tra quotidianità, nuove sfide e sentimenti, prodotto da Pepito e Rai Fiction, al via tra cuori e fornelli il 2 gennaio in prima serata proprio con il tv movie che vede la Liskova accanto a Sergio Assisi, Marco Bonini ed Euridice Axen.
Si proseguirà poi con Vanessa Incontrada e Ricky Memphis nelle nuove famiglie 'scoppiate' di 'L'amore, il sole e le altre stelle' (9 gennaio) e Carolina Crescentini ipocondriaca ed Edoardo Pesce guardia del corpo in 'Non ho niente da perdere' (15 gennaio), tutti con la regia di Fabrizio Costa.
«Da bambina ero l’unica femmina e la più piccola di dieci cugini: ho imparato a difendermi, ma ogni Natale chiedevo a Gesù di diventare maschio», racconta la Liskova, che nei prossimi mesi sarà anche nella nuova stagione de 'La porta rossa' e, al cinema, nel primo film da regista di Marco Bocci, 'Erre11'.
«Venticinque anni dopo sono stata accontentata: un triplice salto mortale - dice - perché dovevo recitare una donna, che finge di essere uomo, con tanto di parrucca, fasce sul seno, gomma piuma, postura mascolina e i 40 gradi di Bari
d’estate dove abbiamo girato. Ogni tanto qualche pezzo scivolava via».
Nella storia interpreta infatti Sara, che nella vita sogna di diventare chef, ma non sa farsi valere e finisce per perdere il lavoro. Dall’altra parte, c'è Luca (Sergio Assisi), il proprietario del suo ristorante preferito che cerca una sostituzione per la chef Giada Del Re (Euridice Axen), con cui doveva sposarsi e che invece ha mollato lui e cucina.
Sara prova a proporsi, ma lui è irremovibile: assumerà solo un uomo. E così con l’aiuto di un paio di baffi e del suo miglior amico Sergio (Marco Bonini), un gay vulcanico, proverà l’impensabile: travestirsi da uomo e diventare Andrea.
Con inevitabili intrecci, perché al cuor non si comanda.
«Per prepararmi sono andata al Gambero Rosso a imparare come si lavora in cucina», prosegue la Liskova. Il pensiero corre subito a Julie Andrews che in 'Victor, Victoria' si fingeva uomo (e travestito) per ottenere una parte al cabaret.
«In verità, per farmi coraggio, io ho pensato a Robin Williams in Miss Doubtfire - risponde l’attrice - Il risultato è una commedia leggera, divertente, ma che fa riflettere su come viviamo oggi, sull'ansia da prestazione di cui siamo vittime, del voler sempre essere all’altezza. E poi, sempre con delicatezza e con il sorriso, c'è il tema della donna, dei pregiudizi che ancora subiamo. Di strada ne abbiamo fatta, ma c'è così tanto da fare. Il mio ex marito, che è medico, mi racconta di donne in sala operatoria perplesse se vedono un’anestesista donna. Perché? Da mamma di una ragazzina di 13 anni dico che dobbiamo essere noi le prime a rompere certi schemi. Ricordo ancora quando Liliana,
piccolina, mi chiese: 'Mamma, ma perché nei 10 comandamenti si dice di non rubare la donna d’altri? E l’uomo?'. Per fortuna vedo che questa nuova generazione ha tante marce in più. Oggi - ammette - però so quanto è meglio nascere donna. Essere un bell'uomo è faticoso, l’ho visto anche lavorando a fianco di Marco Bocci - ride - Noi donne possiamo diventare molto fastidiose».
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