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Bufera su Tara Gins, l'ex ciclista licenziata per delle foto su Playboy

L’ex ciclista professionista Tara Gins è stata licenziata ancor prima di cominciare il suo incarico da direttore sportivo in una squadra maschile Under 23 di ciclismo belga a causa di alcune foto osé scattate per la rivista PlayBoy

Doveva essere la direttrice sportiva di una squadra belga under 23 di ciclismo, ma l'ex ciclista professionista Tara Gins è stata licenziata ancor prima di cominciare il suo incarico a causa di alcune foto osé scattate per la rivista PlayBoy e per un calendario.
La bellissima 30enne belga, ciclista professionista dal 2016 al 2018, aveva raggiunto l'accordo per proseguire la sua nuova carriera da ds e invece si è vista negare la possibilità non perché giudicata per le sue capacità nel gestire quel ruolo (che aveva già svolto nei due anni precedenti nella squadra amatoriale belga S-Bikes AGU) bensì per dei servizi fotografici in cui ha posato nuda prima di insediarsi come direttore sportivo della squadra.

A raccontare l'accaduto è stata la stessa Tara Gins tramite alcune stories pubblicate sul suo profilo Instagram: “Mi hanno detto che un membro dello staff si era imbattuto in qualche mia foto. Ha girato quegli scatti agli altri membri della dirigenza e qualcuno a quel punto ha minacciato il presidente della squadra di girare quelle foto allo sponsor. “Un servizio fotografico – ha scritto infatti l'ex ciclista in merito al suo licenziamento –. Ne ho fatti due negli ultimi due mesi, uno per Playboy e uno per un calendario: non sono certa nemmeno di quali siano le foto ‘incriminate'.  Il calendario è uscito nella prima settimana di gennaio, quindi immagino che siano quelle le immagini che hanno ritenuto compromettenti, ma di questo non sono certa al 100%.

Nel servizio per Playboy ero nuda – ha aggiunto –, ma con le parti più intime coperte, quindi niente di volgare. Nel calendario invece ero in topless. E non c’era nessun riferimento al ciclismo. Dopo la telefonata di sabato – ha concluso Tara Gins – ho inviato un messaggio al presidente della squadra spiegandogli il mio punto di vista e cosa ne pensavo. Ovvero, mi sarebbe piaciuto essere giudicata per le mie capacità come direttore sportivo e non da alcune foto. Lui mi ha risposto che in linea di principio era d’accordo con me, ma mi ha anche detto: ‘Non posso farci niente perché ho degli sponsor e non posso perderli’”.

 

 

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