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La minaccia di Lavrov: "Più armi a Kiev e più avanzeremo". Prima intesa Turchia-Russia sul grano

Se all’Ucraina venissero consegnati lanciarazzi multipli a lungo raggio, Mosca potrebbe colpire il cuore del potere di Kiev, prendendo di mira infrastrutture strategiche e istituzioni del governo. Dopo che anche il Regno Unito ha annunciato l’invio di missili con una gittata di 80 km, i sistemi lanciarazzi multipli M270 per «colpire in profondità le posizioni russe posizionando le batterie più lontano dal fronte», che vanno ad aggiungersi agli Himars promessi dagli Usa, la Russia alza il tiro. L’avvertimento è giunto dal capo della commissione Difesa della Duma, la Camera bassa, Andrei Kartapolov, citando tra gli obiettivi possibili l’aeroporto della capitale ucraina e la Verkhovna Rada, la sede del Parlamento.

Parole minacciose che fanno seguito a quelle del presidente Vladimir Putin nella sua intervista alla tv di Stato Rossiya-1, in cui ipotizzava attacchi a «strutture finora risparmiate dal conflitto» in caso di escalation nelle forniture militari occidentali. Minacce confermate anche dal ministro degli Esteri Serghei Lavrov: «Più lunga sarà la gittata degli armamenti che fornirete - ha avvertito il capo della diplomazia di Mosca -, più noi sposteremo avanti dal nostro territorio la linea oltre la quale la presenza dei neonazisti verrà considerata una minaccia per la Federazione Russa». Sul terreno, intanto, continua la battaglia per il controllo della regione di Lugansk. La prima linea del fronte resta Severodonetsk, dove secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky i suoi «resistono», sebbene i russi siano «più numerosi e più potenti».

Nelle scorse ore, il leader di Kiev ha incontrato i soldati al fronte anche nella città gemella di Lysychansk, al di là del fiume Seversky Donets, già finita nel mirino di diversi assalti, con combattimenti segnalati alla periferia. Le due città, ha detto amaro, «oggi sono città morte». «Il numero di bombardamenti su Severdonetsk e Lysychansk è aumentato di dieci volte. Nella regione di Lugansk ci sono molte città con una situazione paragonabile a quella di Mariupol: ora i russi stanno spianando Severdonetsk e Lysychansk», ha spiegato il governatore Serhiy Gaidai. Nell’area, Mosca ha concentrato le sue forze, mentre continua lo schieramento di armi pesanti e sistemi missilistici ai suoi confini e in quelli bielorussi, dagli S-400 agli Iskander. In tutto il Donbass, le truppe russe hanno bombardato 22 città in 24 ore, uccidendo almeno otto civili e ferendone altri quattro, e continuano ad avanzare verso Sloviansk. I combattimenti continuano anche nel resto dell’Ucraina. La regione di Zaporizhzhia, ha detto il governatore Oleksandr Starukh, è quasi al 60% nelle mani dei russi, che hanno distrutto oltre 2.700 infrastrutture, lasciando 77 tra città e villaggi senza elettricità. Sul fronte navale, invece, gli ucraini rivendicano di aver respinto la flotta russa a più di cento km dalla costa. Nella fascia costiera, dove il controllo di Mosca sembra ormai consolidato, insieme a processi di «russificazione» di scuole e spazi pubblici accelerano quelli delle istituzioni locali. Il leader dei filorussi di Donetsk, Denis Pushilin, ha annunciato l’inizio del primo processo contro prigionieri di guerra, che vede alla sbarra i «mercenari britannici» Shaun Pinner e Andrew Hill. E in attesa delle udienze per i quasi 2.500 combattenti dell’Azovstal - in queste ore Mosca starebbe consegnando i primi corpi di soldati morti, che dovranno essere identificati attraverso il dna - i separatisti hanno già avvertito che, viste le accuse, la sentenza per loro potrebbe recitare pena di morte.

Intesa sul grano: primo accordo tra Turchia e Russia

Uno schema preliminare c'è già: prima lo sminamento del mar Nero da parte dei genieri turchi - un’operazione per cui potrebbe volerci un mese -, poi la scorta della Marina di Ankara ai cargo ancorati nei porti ucraini fino ad acque neutrali, con un centro di coordinamento e monitoraggio a Istanbul. La scommessa di Erdogan per sbloccare la crisi mondiale del grano arriva alla prova dei fatti. L’accordo di massima, limitato per ora a Odessa, sarebbe stato raggiunto da Mosca e Kiev con la mediazione turca, afferma il quotidiano russo Izvetsia, e finirà mercoledì al centro della visita del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. «Spero - ha detto fiducioso il capo della diplomazia di Putin - che saremo in grado, se non di chiudere l’argomento, questo deve ancora essere fatto dai nostri leader, di elaborare in dettaglio le opzioni».

Per Erdogan, la sfida sembra essere ora quella di convincere Kiev, timorosa che la riapertura dei porti offra la via ad un cavallo di Troia. «Putin - ha avvertito il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba - dice che non userà le vie commerciali per attaccare Odessa. E’ lo stesso Putin che diceva al cancelliere tedesco Scholz e a presidente francese Macron che non avrebbe attaccato l’Ucraina». A placare la diffidenza potrebbero essere le garanzie di un allargamento della missione internazionale, con un possibile coinvolgimento della marina britannica - difficile da digerire per Mosca - e un più percorribile ombrello dell’Onu, e soprattutto l’urgenza del bisogno: le circa 25 milioni di tonnellate di grano ferme nei silos che stanno soffocando l’economia ucraina e affamando Africa e Medio Oriente e che, secondo il presidente Volodymyr Zelensky, da qui all’autunno diventeranno 75 milioni.

La crisi assume intanto un profilo sempre più internazionale

Gli Stati Uniti hanno allertato 14 Paesi, in gran parte in Africa, che navi russe piene di quello che un cablogramma del dipartimento di Stato americano definisce «grano ucraino rubato" potrebbero essere dirette nei loro porti, invitandoli a non accettare le lusinghe di prodotti a buon mercato che li renderebbero complici di un crimine di guerra. Secondo Kiev, Mosca ha sottratto 500 mila tonnellate di grano, per un valore di 100 milioni di dollari, trasferendolo nei porti in Crimea e poi caricandolo sui suoi cargo. Problemi che, denuncia ancora l'Ucraina, riguardano anche altri prodotti, dalle ciliegie di Melitopol al blocco causato guerra della fabbrica Artemsil, tra i più grandi produttori europei di sale. Per affrontare l’emergenza continua a muoversi anche l'Italia. «Ci sono degli effetti devastanti come quello del grano, come quello dell’emergenza alimentare. Qui rischiamo che scoppino nuove guerre a migliaia di km di distanza dall’Ucraina a causa del fatto che la Russia con le navi militari sta bloccando l’export di grano dai porti ucraini», ha avvertito il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, alla vigilia dell’iniziativa multilaterale di mercoledì alla Farnesina con il primo Dialogo Ministeriale Mediterraneo sulla Crisi Alimentare, che coinvolgerà 24 Paesi dell’area e rappresentanti di 7 organizzazioni internazionali interessate, con la partecipazione del Direttore generale della Fao, Qu Dongyu, e porrà le basi per la discussione del prossimo G7 sulla sicurezza alimentare. Un "importante evento di dialogo» co-presieduto dalla Germania (in qualità di presidente del G7), dalla Turchia (in qualità di membro del G20) e dal Libano (Paese duramente colpito dalla crisi) con l’obiettivo di individuare misure concrete per affrontare l’impatto nel bacino del Mediterraneo e «trovare una soluzione che eviti una crisi alimentare che provocherà maggiori flussi migratori verso l’Italia».

 

Aggiornamenti

Zelensky, a Severodonetsk resistiamo ma russi più potenti

A Severodonetsk gli ucraini "resistono", ma i russi sono "più numerosi e più potenti". Lo ha affermato il presidente ucraino Volodomyr Zelensky fotografando la situazione nel principale teatro di battaglia in questo momento in Ucraina. Il presidente ucraino ieri si è recato al fronte nel Lugansk per incontrare e incoraggiare le truppe.

Turchia e Ucraina discutono sicurezza per corridoi grano

Il ministro della Difesa turco Hulusi Akar ha discusso con l’omologo ucraino Oleksii Reznikov riguardo a come creare corridoi sicuri per navi commerciali ferme nei porti ucraini. Lo fa sapere la Tv di Stato turco Trt secondo cui, durante il colloquio telefonico, è stato anche discusso di come portare in Turchia aerei A400M fermi in Ucraina. Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov è atteso mercoledì ad Ankara per discutere con le autorità turche dei corridoi per il trasporto di prodotti agricoli.

Lavrov, più sarà lunga gittata armi a Kiev più avanzeremo

La Russia è pronta a colpire territori ucraini più lontani dai propri confini quanto più potente sarà la portata delle nuove armi che Kiev riceverà dall’Occidente: lo ha detto oggi il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, durante una conferenza stampa online. Lo riporta
la Tass. «Il presidente Vladimir Putin ha già commentato la situazione che emergerà con l’arrivo di nuovi armamenti, io posso solo
aggiungere che più lunga sarà la gittata degli armamenti che fornirete, più noi sposteremo avanti dal nostro territorio la linea oltre la quale la presenza dei neonazisti verrà considerata una minaccia per la Federazione Russa».

Mattarella, Italia chiamata ad assicurare la pace

«Sul versante internazionale la guerra scatenata dalla Federazione russa contro l’Ucraina sta minando le basi della convivenza nel mondo. E’ un grande impegno quello cui siamo chiamati per assicurare pace, sicurezza progresso». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio
Mattarella incontrando i vertici dell’Arma dei Carabinieri in occasione del 208 anniversario dell’Arma. «Sono certo - prosegue Mattarella - che l’Arma saprà costantemente confermare la propria opera ed essere parte significativa dello sforzo nazionale in atto»

Colloquio Zelensky-Johnson, insieme per sbloccare porti

«Ho parlato con Boris Johnson. Abbiamo parlato della situazione al fronte. Ho ricevuto la conferma di un nuovo pacchetto di sostegno alla difesa rafforzato per l’Ucraina. Si è sollevata la questione dell’intensificazione dei lavori sulle garanzie di sicurezza. Insieme alla Gran Bretagna stiamo cercando modi per evitare la crisi alimentare e sbloccare i porti». Lo scrive il presidente ucraino Volodimir Zelensky su twitter.

La Farnesina convoca l'ambasciatore russo

Il segretario generale del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ambasciatore Ettore Francesco Sequi, ha convocato questa mattina alla Farnesina, su istruzione del ministro Luigi Di Maio, di concerto con Palazzo Chigi, l’ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey Razov. Sequi ha respinto con fermezza le accuse di amoralità di alcuni rappresentanti delle istituzioni e dei media italiani, espresse in recenti dichiarazioni dal ministero degli Esteri russo. Il segretario generale della Farnesina ha inoltre rigettato le insinuazioni relative al presunto coinvolgimento di media del nostro Paese in una campagna anti-russa. Sequi ha rinnovato la condanna per l’ingiustificata aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa. Egli ha ribadito l’auspicio del Governo italiano che si possa giungere presto a una soluzione negoziata del conflitto su basi eque e di rispetto della sovranità ucraina e dei principi del diritto internazionale. Ha infine sottolineato l’importanza di definire rapidamente un’intesa per sbloccare le esportazioni di grano dai porti ucraini al fine di evitare gravi conseguenze per la sicurezza alimentare globale.

Il segretario generale della Farnesina Ettore Sequi ha rinnovato all’ambasciatore russo Sergey Razov la condanna per l’ingiustificata aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa. Sequi - si legge in una nota - ha ribadito l’auspicio del Governo italiano che si possa giungere presto a una soluzione negoziata del conflitto su basi eque e di rispetto della sovranità ucraina e dei principi del diritto internazionale. Ha infine sottolineato l’importanza di definire rapidamente un’intesa per sbloccare le esportazioni di grano dai porti ucraini al fine di evitare gravi conseguenze per la sicurezza alimentare globale.

'Mosca concorda con Kiev e Ankara corridoio del grano'

Mosca avrebbe concordato con Kiev e Ankara uno schema preliminare per l’uscita da Odessa delle navi ucraine con il grano: i militari turchi saranno impegnati nello sminamento e scorteranno le navi in ;;acque neutrali. Lì, le navi incontreranno le navi russe e le scorteranno sul Bosforo. Lo rivela il quotidiano russo Izvestia citando una fonte informata di alto rango. Secondo il quotidiano russo, ripreso dai media ucraini, finora lo schema è stato concordato solo per Odessa.

Mosca, villaggio di confine russo colpito di nuovo da Kiev

Il villaggio russo di Tyotkino - nella regione di Kursk, al confine con l’Ucraina - è stato bombardato di nuovo questa mattina con colpi di mortaio che hanno danneggiato un ponte, senza provocare feriti o vittime: lo ha reso noto il governatore della regione, Roman Starovoit, secondo quanto riportano le agenzie di stampa russe. E’ la seconda volta che Tyotkino viene attaccato dalle forze ucraine, scrive la Tass: era già stato preso di mira lo scorso 21 maggio.

Attacco russo a Severodonetsk e città vicine

Le forze russe continuano a prendere d’assalto la città di Severodonetsk e hanno lanciato missili contro le città vicine di Slovyansk, Lysychansk e Orikhove. A dirlo è lo Stato Maggiore dell’esercito ucraino nel suo aggiornamento sulla guerra. Le truppe russe, precisano le forze di Kiev, hanno sparato contro le unità ucraine che difendevano Severodonetsk con mortai e artiglieria, danneggiando le infrastrutture nelle città di Metolkino, Borivske, Ustynivka e Toshkivka. Le forze russe stanno anche bombardando le infrastrutture civili degli insediamenti di Chernihiv e Sumy, aggiungono i vertici militari ucraini.

Gb, attacco a Kiev volto a fermare forniture armi Occidente

L’attacco missilistico lanciato ieri mattina dalle forze russe contro Kiev, che ha colpito infrastrutture ferroviarie, è stato probabilmente un tentativo di interrompere le forniture di armi occidentali alle unità ucraine in prima linea: lo scrive l’intelligence britannica nel suo aggiornamento quotidiano sulla situazione nel Paese.

Le navi russe trasportano «grano ucraino rubato» in Africa

E’ l’avviso rivolto dagli Stati Uniti a numerosi Paesi, la maggior parte del continente africano. L’allarme lanciato da Washington segue le accuse di Kiev secondo cui Mosca ha rubato sino a 500 mila tonnellate del suo grano, per un valore di 100 milioni di dollari.

 

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