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XFactor 2022: Rkomi inizia a capire, Fedez favorito dei live. Ambra limita i danni, Dargen le fa il Cid VOTI

Una prima (e quasi unica) certezza emerge dalla Last Call a proposito di questa edizione di XFactor: è destinata ad essere migliore della precedente. Nonostante la precoce eliminazione di alcuni tra i migliori talenti del lotto da parte di un tavolo che solo ora sembra iniziare ad assimilare meccanismi e metro di giudizio più centrati, è indubbio che tra i dodici concorrenti che da giovedì prossimo si misureranno al live ci sono diversi personaggi interessanti dal punto di vista musicale. Certo, il loro percorso dipenderà moltissimo dalle scelte dei rispettivi giudici, ed ecco perché la gara sembra ancora molto sbilanciata in favore soprattutto di Fedez (voto 7), che ha passato tre quarti di puntata nel backstage a discettare su chi avrebbe fatto passare se fosse stato lui il giudice e a proclamarsi «non preoccupato» dalle altre squadre. Un po’ presuntuoso, ma a ragion veduta; arrivava alla Last Call con il roster più forte e le idee chiare, anche se dovrà lavorare molto soprattutto con Dadà. È l’unico a non cedere all’ovvietà della presenza di una voce solista maschile e una femminile, scegliendo invece due donne.

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A riscattarsi in questa “prima volta” dell’ultima selezione davanti al pubblico dell’Allianz Cloud – un cambiamento in realtà mutuato dalle edizioni americana e inglese e che non ha convinto, finendo per diventare una specie di “secondo turno” dei Bootcamp – è stato Rkomi (voto 7) che però il danno lo aveva già fatto con le scelte del turno precedente, consegnandosi un roster nel quale spiccavano davvero in pochi; tuttavia, è stato lucido a dirimere subito la questione della band e a tenere i migliori, e alla fine ha addirittura una squadra abbastanza competitiva, con qualche possibile finalista.

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Parlando di danni ormai fatti, la stessa lucidità non ha illuminato Dargen D’Amico (voto 5), che dopo essersi impiccato ai Disco Club Paradiso, rimandando a provare in garage almeno un paio di band molto più forti, aveva essenzialmente una scelta da fare, quella sulla voce femminile solista, specie dopo l’esibizione di Matteo che si è preso il live di puro strapotere (e quindi non c’era granché da scegliere). Era arrivato alla Last Call con una certezza e, soffrendo come un cane, l’ha seguita nonostante l’esibizione di Beatrice sia stata non solo la meno felice, ma anche la meno interessante delle tre. In questo però è stato onesto: era convinto di poter lavorare in maniera più fruttuosa con lei e, nonostante tutto, non ha vacillato. Come uno che all’incrocio pensa di avere la precedenza e poi deve farti il CID. Tenero come un orsacchiotto con gli occhiali da sole quando abbraccia una concorrente eliminata (ingiustamente) o si gode da vicino le lacrime del probabile finalista Matteo chiamandolo al tavolo, esce sempre meglio dal punto di vista umano anche se potrebbe evitare di dire «per piacere» ogni volta che apre bocca.

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Infine, la povera Ambra/(voto 5) limita i danni – più che un talent sembra un’agenzia di assicurazioni – evitando di portarsi al live i Nervi e optando all’ultimo per i più solidi Tropea; ma cade vittima del fascino di Matteo, davanti al quale va letteralmente in deliquio iniziando a fare gli occhi a cuoricino e a lasciar andare la lacrimuccia, e finendo per sussurrargli «Sei un casino, sei inaffidabile». A quel punto, gli spettatori che tifano Juventus capiscono: è Allegri! Ha la squadra meno forte in assoluto, tanto che in serata riceve un telegramma di congratulazioni da Levante: «Ho condiviso le tue scelte stop Ti auguro di battere il mio record stop».

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Ricordata con un minuto di silenzio Francesca Michielin (voto n.g.) che sconta la nuova formula con una puntata di totale inutilità nella quale si limita a dire a tutti i concorrenti eliminati che spera di «rivederli fuori», tanto che non si capisce se sa di avere tanto tempo libero a disposizione dopo XFactor o se è la bulletta del liceo di Bassano.

Una rapida scheda sui dodici concorrenti che parteciperanno al live. Nella squadra di Ambra si segnala per qualità e gusti musicali, proponendo la sofisticata Fiore mio di Andrea Laszlo De Simone, Letizia (voto 8) che era già una sicurezza dopo l’inedito e i Massive Attack; i Tropea (voto 7,5) stravincono il confronto a distanza con I Nervi approcciando in maniera un po’ convenzionale, ma solida ed efficace Let me entertain you di Robbie Williams mentre i loro concorrenti non entusiasmano con  (I can’t get no) Satisfaction degli Stones, e si vede che Ambra voleva tanto tanto portarsi ai live I Nervi che le stanno più simpatici, ma onestamente c’era poco da fare; poi c’è il “fattaccio” che riguarda Matteo Siffredi (voto 6,5). Il quale, in tutta onestà, Lovely di Billie Eilish la canta veramente bene, ma dopo l’inedito insulso presentato ai Bootcamp ha perso tutto il nostro entusiasmo. A Fedez non piace, gli altri giudici sono conquistati ma non perderanno occasione per sfottere Ambra sui reali motivi della sua presenza in squadra. Il problema vero, però, non lo dice nessuno: l’eliminazione di Cecilia, che ancora una volta aveva incantato con la sua interpretazione di The dog days are over di Florence & The Machine e avrebbe meritato di approdare alla diretta di giovedì prossimo.

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Anche Dargen si piega alla logica dell’alternanza voce maschile-voce femminile-band in squadra, ma visto che la band ce l’ha già (i Disco Club Paradiso, voto 7) e ormai non servono nemmeno cento Padre Nostro e cento Ave Maria per pentirsi, la scelta è quasi obbligata perché Matteo Orsi (voto 9), che era già l’unico maschietto rimasto, confeziona la migliore esibizione della serata con la splendida En e Xanax di Samuele Bersani, protagonista di un’improvvisa ondata di notorietà quando nell’edizione 2019 Comete la cantò mandando letteralmente in pezzi Malika Ayane. Ebbene, lui è più dotato vocalmente e la resa probabilmente è anche migliore, magari con un’interpretazione appena più indietro. Le note positive per il suo giudice finiscono qui, perché il virtuosismo e la versatilità di Cinzia (anche se Ain’t nobody di Chaka Kan è meno centrata delle precedenti scelte) e la voce graffiata di Martina, che mostra grandi progressi in termini di controllo e precisione in Tu, forse non essenzialmente tu di Rino Gaetano non riescono a scalfire la sua convinzione di poter cavare di più da Beatrice (voto 6). E dire che lei stessa, dopo aver brutalizzato Il cielo di Renato Zero, cerca di dissuaderlo: niente, Dargen la porta al live e si aggiudicherebbe pure la palma della squadra meno forte, se non fosse che ha un possibile vincitore. Sempreché Fedez gli dia il permesso di vincere.

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Anche Rkomi non è costretto a fare troppe scelte: i Santi Francesi (voto 7,5) propongono un brano più pop dei precedenti con Che fantastica storia è la vita di Antonello Venditti che riarrangiano in maniera competente, riservando nel finale pure un posticino al piccolo drop invocato da Fedez. In più i loro diretti concorrenti, i The Violet End, esagerano su Dentro Marylin degli Afterhours, facendo un po’ di circo che non aiuta. Sicuramente azzeccata la scelta di Iacopo (voto 7,5) che continua a trasportare pezzi del canzoniere italiano in una dimensione elettronica e onirica: stavolta tocca alla Loredana Bertè di In alto mare. Ma quello che nemmeno Rkomi può sbagliare è il verdetto su Giorgia Turcato in arte Joélle (voto 8), che conquista subito il pubblico con People help the people, brano di esordio dell’allora quindicenne Birdy (peraltro vincitrice di un talent britannico) ma scritto dai Cherry Ghost. Rkomi la manda direttamente al live e salutano la compagnia i mai del tutto convincenti Delì Lin e Manal. Gli manca il possibile vincitore, ma la squadra c’è.

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Chi di danni ne ha fatti realmente pochi, tanto che è in prima classe nell’attestato di rischio, è Fedez. Con già in saccoccia un possibile vincitore come gli Omini (voto 9), si vede lontano un miglio che ha già un altro posto tenuto in caldo per Linda (voto 8) la quale da parte sua conferma di meritarselo con un’intensa Skinny love dei Bon Iver per la prima volta senza il pianoforte; e con Wiam e Marco che di fatto si autoeliminano (meno male, soprattutto per quest’ultimo) deve solo capire se Dadà (voto 7)  confermerà di essere una proposta originale e sulla quale si può lavorare in maniera proficua soprattutto in termini di produzione, sottraendo e variando un po’. Il mashup di Funiculì Funiculà e Mas que nada di Sergio Mendes non aggiunge granché, ma quello che si è già visto pare abbastanza. Fedez si presenta ai live bello installato sul suo piedistallo e sicuro di vincere, e probabilmente anche questa volta ha ragione lui.

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