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Sanremo 2021: Amadeus: "Un Festival per il paese reale". Trionfo della Bertè. Classifica: Annalisa prima

Quel desiderio di «far rumore» represso per mesi. Riparte da qui il Festival di Sanremo, il secondo targato Amarello. Esattamente da dove si era interrotto, dalla vittoria di Diodato con quel titolo che oggi – visto l’anno di pandemia – appare ancor più evocativo di quanto lo stesso cantautore pugliese volesse portare in dono nel 2020. Il Festival della rinascita o «della ricrescita», delle donne, di Ibra, delle polemiche, del «perché si fa» e del «perché non si dovrebbe fare». Delle poltrone vuote e dei divani pieni, del remoto e del futuro. Degli appelli: alla sicurezza, alla cautela di tutti. Per la libertà di Zaki, lo studente egiziano. Oggi sapremo se i numeri saranno in linea con quelli del trionfo dello scorso anno, ma la prima sensazione è che sul palco si soffra oltremodo. Gli applausi finti aiutano ma non possono sostituire l’entusiasmo dei sensi. Di quella completezza che manca. E persino un fenomeno come Fiorello fatica all’inizio.
Amadeus ci prova subito toccando le corde dell’emozione. «Quest’anno il cuore batte più forte rispetto all’anno scorso» l’incipit con cui apre la 71° edizione, facendosi il segno della croce prima di scendere la scala. Poi la lettura delle ultime righe di una lettera scritta al direttore di un giornale (Leggo) per dare il senso di questa edizione: «L'ho fatto con tutto me stesso, pensando a chi vive di musica, tv, spettacolo, al Paese reale che sta lottando per ritrovarsi. Non ho spettatori in sala – spiega mentre la regia spazia sulla platea vuota – ma avrò applausi registrati e mi rincuora pensare che siano vostri, da casa». Un richiamo alle parole della mattina – in conferenza stampa – del direttore di Rai1, Stefano Coletta: «Il servizio pubblico ha deciso con forza che non si potesse saltare questa edizione, perché dovere del servizio pubblico è non solo informare ma consegnare una quota di leggerezza, evasione. Ripartiamo dalla canzone, quella che dai balconi ci ha aiutato a sentirci uniti».

Fiorello pennuto

Pochi secondi ed arriva Fiorello, l’amico inseparabile per la seconda mission impossible. Canta una cover rock di “Grazie dei fior”, indossa un mantello ricoperto di fiori («È l'accappatoio di Achille Lauro... Pesa ventuno chili»). E poi la gag: «Una poltrona senza culo è come Zingaretti senza la D’Urso». Battute sui posti vuoti dell’Ariston e sui fondoschiena. A ripetizione l’uso della parola «culo», Fiorello ci prova rivolto alle poltrone: «Non avete mai potuto vedere il Festival, avete visto sempre la parte peggiore dell’essere umano». Quindi rivolgendosi sempre alle poltrone: «Su i braccioli, giù i braccioli». Forzato.

Irama a rischio

Tocca alle Nuove proposte: in finale passano Folcast con il brano “Scopriti” e Gaudiano con “Polvere da sparo”. Eliminati Elena Faggi con “Che ne so” e “Avincola” con Goal!
Poi il via alla gara dei big con Arisa, i siciliani Colapesce-Dimartino e il cosentino Antonio Aiello. Una gara che nel pomeriggio ha regalato subito un colpo di scena per il possibile forfait di Irama, visto che un suo collaboratore è risultato positivo. Ieri sera al suo posto si è esibita Noemi: il cantante è negativo ma «dobbiamo comunque aspettare il risultato del molecolare del suo collaboratore. Se dovesse essere positivo, il cantante dovrà comunque mettersi in quarantena e ritirarsi dalla gara» ha spiegato Amadeus. Oggi sapremo.

Ibra "comando io"

Intanto sappiamo che Ibrahimovic non è protagonista solo in campo ma anche all’Ariston. A lui ieri la palma di miglior comico, all’insegna del «qui comando io». Le indicazioni della mattina, in sala stampa, erano comunque più di una premessa. Battute e gag per il centravanti del Milan, per ora ai box per un infortunio, tra i mugugni dei tifosi rossoneri. «Certo, per me è più facile fare gol che essere qui – ammette serafico – . Questo non è il mio mondo, ma non sono preoccupato. Se sbaglio nessuno mi potrà giudicare, se faccio bene, ancora meglio: ho un altro lavoro quando smetto». Ibra non si tira indietro quando si torna a parlare delle polemiche. Come quella con la stella Nba, LeBron James, al quale aveva chiesto di interrompere il suo attivismo politico. «Noi atleti uniamo il mondo, la politica lo divide. Noi facciamo il nostro, e siamo bravi in quello, i politici facciano i politici – ha detto – questo voleva essere il mio messaggio. Nessuno puntava a razzismo. Ora però conquisto Sanremo». Lui c’è già riuscito. Per gli altri aspettiamo.
Infine, l’angelo caduto: Achille Lauro. Anche lui lo aveva detto: «Sarò peccato e peccatore, grazia e benedizione. Mi esibirò per il settore dello spettacolo ferito e vessato». Un pugno allo stomaco.

La classifica

1) ANNALISA - Dieci
2) NOEMI - Glicine
3) FASMA - Parlami
4) FRANCESCA MICHIELIN e FEDEZ - Chiamami per nome
5) FRANCESCO RENGA - Quando trovo te
6) ARISA - Potevi fare di più
7) MANESKIN - Zitti e buoni
8) MAX GAZZE' - Il farmacista
9) COLAPESCE - DIMARTINO - Musica leggerissima
10) COMA_COSE - Fiamme negli occhi
11) MADAME - Voce
12) GHEMON - Momento perfetto
13) AIELLO - Ora

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