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Papa Francesco: la Via Crucis dei bambini tra Covid, bullismo e paure

Il Covid con il suo carico di solitudine e con il dolore per la morte improvvisa di un nonno, il bullismo, i dispiaceri per i litigi in famiglia, le delusioni, ma anche l’amicizia con un compagno straniero e la gioia di donare. Protagonisti quest’anno nella Via Crucis del Venerdì Santo guidata da Papa Francesco, sono i più piccoli.
I testi e i disegni a commento delle 14 Stazioni, che accompagneranno il Pontefice durante il rito sul sagrato della Basilica di San Pietro, sono realizzati da loro: 500 ragazzi del catechismo della Prima Comunione e della Cresima della parrocchia romana dei Santi Martiri dell’Uganda, 145 scout (lupetti, rover e scolte) del gruppo scout Agesci «Foligno I», 30 bambini della casa famiglia romana «Tetto Casal Fattoria» e gli 8 piccoli, tra i 3 e gli 8 anni della casa «Mater Divini Amoris».

Meditazioni che nella loro semplicità e concretezza toccano profondamente il cuore, commuovono e fanno riflettere. Perchè le sofferenze dei piccoli spesso vengono sottovalutate e non ci rende conto che anche i bambini portano «croci», a volte pesanti.

II stazione: Gesù è caricato della croce. Il brano dell’evangelista Luca descrive Gesù deriso e picchiato da chi lo teneva in custodia. Tra i ragazzi non è infrequente la derisione di uno del gruppo, fino ad arrivare al bullismo, come nel caso di Martina che ha difficoltà nella lettura ad alta voce in classe. «Forse - si legge - non era nostra intenzione deriderla, eppure quanto dolore le abbiamo provocato con quelle nostre risate! La persecuzione non è un lontano ricordo di duemila anni fa: a volte certe nostre azioni possono giudicare, ferire e calpestare un fratello o una sorella».

III stazione: Gesù cade la prima volta. L’esperienza che accompagna questa tappa è quella di un bambino sempre bravo a scuola che per una volta riceve un’insufficienza: «Ho pensato di essere una nullità, ho sentito il peso di un fallimento inaspettato, ero solo e nessuno mi ha confortato. Ma quel momento mi ha fatto crescere: a casa i miei genitori mi hanno confortato e fatto sentire il loro amore; mi sono rialzato e ho continuato a impegnarmi nello studio. Oggi so che ogni giorno vacilliamo e possiamo cadere, ma Gesù è sempre lì a tenderci la mano».

IV stazione: Gesù incontra sua Madre. La lettura scelta è quella delle nozze di Cana con al centro il rapporto tra il Figlio e la madre. E’ uno spunto per i bambini per pensare alla propria madre e al suo amore che li accompagna in ogni momento. Anche concretamente «agli allenamenti di calcio, al corso di inglese e al catechismo la domenica mattina». La meditazione dice il bisogno d’amore dei piccoli e forse aiuta i genitori a essere migliori. «Se ho un problema, un dubbio, o semplicemente dei brutti pensieri, lei è sempre disponibile ad ascoltarmi con il suo sorriso. E nei momenti più brutti, non ho bisogno di dire parole, basta uno sguardo, lei capisce subito e mi aiuta a superare ogni sofferenza».

 V stazione: Il cireneo aiuta Gesù a portare la croce. Ci sono tante occasioni per aiutare qualcuno, la testimonianza descritta qui è il gesto di attenzione rivolto ad un coetaneo straniero. Arrivato nel quartiere da poco, guarda gli altri ragazzini giocare a pallone, ma non ha il coraggio di presentarsi. Un bambino del gruppo lo vede e per primo gli si avvicina e lo invita a unirsi a loro. «Walid da quel giorno - racconta - è uno dei miei migliori amici, oltre che portiere della nostra squadra». Solo quando in una persona riconosciamo un fratello «stiamo aprendo il nostro cuore a Gesù».

VI stazione: Una donna asciuga il volto di Gesù. Anche i bambini nelle loro attività quotidiane passano dei momenti difficili o di tristezza e hanno bisogno che qualcuno li conforti. Come dopo aver perso una partita di calcio importante in cui si voleva dimostrare tutte le proprie capacità. «Mentre facevo la doccia ero triste e scoraggiato, ma, uscito dagli spogliatoi, ho trovato il mio amico: mi aveva aspettato con un’aranciata in mano». In sua compagnia la sconfitta «è diventata un ricordo meno amaro».

VII stazione: Gesù cade per la seconda volta. La meditazione riporta l’esperienza vissuta da un bambino di quarta elementare. Si sta preparando la recita di fine anno e lui vuole a tutti i costi il ruolo da protagonista. La maestra invece sceglie Giovanni, un compagno piuttosto isolato. Dopo un’arrabbiatura iniziale, il bambino capisce ed è contento. Giovanni infatti da allora si inserisce di più nella classe. «La mia delusione era servita ad aiutare un’altra persona, la scelta della maestra - commenta - aveva dato un’occasione a chi aveva veramente bisogno».

VIII stazione: Gesù incontra le donne di Gerusalemme. Nel Vangelo di Luca si legge che Gesù nel vederle dice: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli». E’ il punto di partenza per dire che «Correggere un fratello è un gesto difficile ma necessario». Lo hanno sperimentato due fratelli che avevano mentito alla mamma assicurandole che quel pomeriggio avevano fatto i compiti, mentre invece avevano giocato tutto il tempo. Uno dei due il giorno dopo dice di non sentirsi bene per non andare a scuola. L’altro ci va, ma tornato a casa parla con il fratello: «Avevamo sbagliato a mentire alla mamma e lui a fingere il mal di pancia. Gli ho proposto di fare subito i compiti, così l’ho aiutato a recuperare. Una volta finito, abbiamo passato il resto del pomeriggio a giocare».

IX stazione: Gesù cade per la terza volta. Il brano del Vangelo è quello del chicco di grano che muore e così produce molto frutto. La pandemia da Covid-19 entra in scena con tutte le sue conseguenze anche sui più piccoli. Il sentimento prevalente è la solitudine: non si va più a far visita ai nonni, la scuola è chiusa, mancano i compagni e le amiche. «La tristezza della solitudine a volte diventa insopportabile - confida una ragazza -, ci sentiamo 'abbandonatì da tutti, incapaci di sorridere ancora. Come Gesù ci troviamo accasciati al suolo».

X stazione: Gesù è spogliato delle vesti. Anche qui è una bambina a raccontare: ha una collezione di bambole in camera sua a cui tiene molto. Un giorno sente che in parrocchia si fa una raccolta di giocattoli per i bambini rifugiati del Kosovo. Sceglie tra le bambole alcune tra le più vecchie a cui è meno affezionata e prepara una scatola. Poi racconta: «La sera, però, avevo la sensazione di non aver fatto abbastanza. Prima di andare a dormire la scatola era piena di bambole e le mensole vuote. Disfarsi del superfluo alleggerisce l’anima e ci libera dagli egoismi. Donare rende più felici che ricevere».

XI stazione: Gesù inchiodato alla croce. «Il giorno di Natale con gli scout siamo andati a Roma, dalle Suore Missionarie della Carità, per distribuire il pranzo ai bisognosi, rinunciando alla giornata di festa in famiglia». Non è un sacrificio da poco quello descritto nella meditazione. Uno dei ragazzi confida: «Tornando a casa pensavo ai volti delle persone che avevo servito, ai loro sorrisi e alle loro storie... Il pensiero di aver portato a quelle persone un momento di serenità aveva reso quel Natale indimenticabile. Offrire sè stessi e il proprio servizio con amore è l’insegnamento che ci dà Gesù sulla croce». la preghiera dei ragazzi conclude: «Gesù, liberaci dal nostro orgoglio e dai nostri pregiudizi, fà che il nostro cuore sia aperto agli altri».

 XII stazione: Gesù muore in croce. L’esempio di Gesù che perdona il male ricevuto fa riflettere i bambini sul male presente nel mondo, ad esempio sulle mafie che uccidono anche i bambini. Come è possibile perdonare situazioni simili? Scrivono: «Gesù, morendo sulla croce, ha donato a tutti la salvezza. Non è venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori che hanno l’umiltà e il coraggio di convertirsi». «Gesù, dacci la forza di perdonare», è la preghiera dei ragazzi.

XIII stazione: Il corpo di Gesù è deposto dalla croce. In questo periodo molti bambini hanno sofferto la scomparsa improvvisa dei loro nonni. Uno di loro racconta: «Dall’ambulanza sono scesi uomini che somigliavano ad astronauti, coperti da tute, guanti, mascherine e visiera, hanno portato via il nonno che da qualche giorno faticava a respirare. E’ stata l’ultima volta che l’ho visto». La sofferenza nasce anche dall’impossibilità di stare vicino al nonno e di fargli coraggio: «Ho pregato per lui ogni giorno, così ho potuto accompagnarlo in questo suo ultimo viaggio terreno».

XIV stazione: Il corpo di Gesù è posto nel sepolcro. La meditazione proposta è il ringraziamento a Gesù di Sara, dodici anni. Ti voglio ringraziare, scrive, perchè «oggi mi hai insegnato a superare ogni sofferenza, affidandomi a Te; ad amare l’altro come mio fratello; a cadere e a rialzarmi (...). Oggi, grazie al tuo gesto di amore infinito, so che la morte non è la fine di tutto».

Nella preghiera finale alla Via Crucis riprendono la parola i grandi. Gesù ha indicato i bambini come esempio quando ha descritto le caratteristiche necessarie per entrare nel Regno dei Cieli. La prima richiesta è, allora, l’aiuto per poter «diventare come loro, piccoli, bisognosi di tutto, aperti alla vita». Poi si affidano al Signore tutti i bambini del mondo, affinchè possano «crescere in età, sapienza e grazia» e infine si prega per i genitori e gli educatori, «perchè si sentano sempre uniti a Te nel donare vita e amore».

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