Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Dal “Chino” Recoba al Palermo dei miracoli: tutti i colpacci del mangia-allenatori Zamparini FOTO

A giugno avrebbe spento 81 candeline. Aveva il fuoco sacro della passione che gli ribolliva in petto, Maurizio Zamparini. Imprenditore (fondatore della Mercatone Zeta), certo, ma soprattutto presidente di calcio. Gli inizi al Pordenone, la parentesi al Venezia e la costruzione del Palermo “europeo”. Soldi a fiumi e campioni di tutte le stoffe (le più pregiate quelle provenienti dal Sud America, terra di conquista per eccellenza) che si sono specchiati in Laguna ma soprattutto esaltati in Trinacria.

 

Il “Chino” Recoba e l'impresa lagunare

Il Venezia stava... per affondare nella pozzanghera cadetta. Correva l'anno 1998-1999 e i lagunari pativano le pene dell'inferno in una serie A competitiva come non mai. Girone d'andata da brividi e porte della serie B ormai spalancate. Poi, la scalata. Ispirata dalla grinta del tecnico Walter Novellino, ma soprattutto dal duo delle meraviglie offensivo: il giovane uruguagio in prestito dall'Inter, Alvaro Recoba, e lo stoccatore Pippo Maniero. Diversi in tutto, ma proprio per questo perfettamente assortiti. Il risultato? Girone di ritorno con la media d'alta classifica e salvezza in tasca. Poi, dopo essersi inebriato della gioia veneta per un traguardo centrato in modo insperato, il travaso... in Sicilia.

Il Palermo delle meraviglie che arrivò in Europa

Provateci voi a disegnare il Palermo zampariniano ideale? Un'impresa folle. Più folle di quelle che il patron rosanero ha regalato ai propri tifosi. Cinque campioni del mondo, ad esempio, sono transitati dalla Favorita prima e dopo il successo del 2006: Barzagli, Zaccardo, Grosso, Barone e Toni. Molti di più i campionissimi, prevalentemente con uno spiccato accento sudamericano, appunto: Dybala e Cavani, ma anche il Flaco Pastore e il Mudo Vazquez. A far da trait d'union Italia-Sud America ci ha pensato quello che - a detta di molti supporter palermitani - è stato il più forte di tutti nell'epoca d'oro rosanero: Amauri. Quasi ingiocabile (forse senza quasi). Ilicic, Zauli, Miccoli, Brienza e Corini hanno regalato magie a iosa, Bresciano e Simplicio i centrocampisti con il vizietto del gol. E poi Di Michele, Belotti, Nocerino, ma anche i coriacei Kjaer, Balzaretti, Carrozzieri, Silvestre, Glik e Biava. Per non parlare degli angeli custodi Sorrentino e Sirigu. Ancor più prolifico, se possibile, il numero di tecnici che hanno guidato i rosanero nell'era di Zamparini, che non ha mai fatto molto per scrollarsi di dosso l'etichetta di mangiallenatori. Ma su tutti ce n'è stato uno che ha rappresentato e rappresenta quel Palermo: Francesco Guidolin. L'unica acqua cheta che poteva star vicino a quel vulcanico di Zampa.

 

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia