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Fiorello, gag con Amadeus "silurato da Sanremo". Col fratello Beppe presenta "Stranizza d'Amuri"

Altra mattinata pirotecnica a Viva Rai2, il programma condotto da Fiorello. Già dalla prime battute si intuisce l'eccezionalità della puntata quando, in abiti talari, si presentano davanti alle telecamere, oltre al conduttore e Fabrizio Biggio, anche Amadeus e Beppe Fiorello. Poi la presentazione del nuovo film dell'attore e regista Beppe Fiorello, che esce domani nelle sale e s'intitola "Stranizza d'amuri", presentato con una coreografia firmata Luca Tommasini in via Teulada. I due Fiorello cantano Battiato (il film prende il titolo da una sua canzone), mentre tutto intorno sventolano le bandiere dell'Italia campione del monde del 1982, anno in cui è ambientato il film. Poi alcune gag con Amadeus, le battute sul terremoto Rai che sarebbe in atto con tante teste pronte a saltare. Fiorello ha scherzato sulla conduzione del prossimo Festival di Sanremo che però, al momento, non sembra essere in discussione.

STRANIZZA D’AMURI

Ci porta nella Sicilia del 1982. Mentre le tv trasmettono i mondiali di calcio, due adolescenti, Gianni (Samuele Segreto) e Nino (Gabriele Pizzurro), si incontrano per caso e sognano di vivere il loro amore senza paura. Una cosa quest’ultima che non può sottrarsi al pregiudizio del paese e delle rispettive famiglie.
Il film prodotto da IblaFilm con Fenix Entertainment e Rai Cinema e girato tra Noto, Marzamemi e Priolo, ha anche nel cast: Fabrizia Sacchi, Simona Malato, Antonio De Matteo, Enrico Roccaforte, Roberto Salemi, Giuseppe Spata, Anita Pomario e Giuseppe Lo Piccolo. Stranizza d'amuri, che prende il titolo dal brano omonimo di Franco Battiato, ha poi le musiche di Giovanni Caccamo e Leonardo Milani.
«In questo film - ci tiene a dire Fiorello, 54 anni - ci sono comunque tanti ricordi della mia adolescenza, c'è una parte di me. Volevo fare una storia universale e non nascondo che mi sono ispirato a quel capolavoro che è ROMA di Alfonso Cuaron.
Lui più volte ha detto che ha guardato alla sua famiglia e così mi ha suggerito di ambientarlo nel 1982, anno importante per l'Italia, quando il nostro Paese vince i mondiali».
Le indagini sul caso Giarre? «C'è stato un inizio d’indagine, ma molto timido - spiega Fiorello -. Si è parlato, di volta in volta, di omicidio-suicidio, un modo questo per lavarsi meglio la coscienza».
Differenza tra cinema e tv? «Dipende dalla storia, ma prima della storia conta l’esperienza emotiva e sensoriale. Una cosa è vedere un film in sala condividendo l’esperienza con gli altri e un’altra vederlo sul divano di casa».

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