Lunghissimo applauso in apertura ''dell’ultima puntata per questa stagione di Che tempo che fa», con Fabio Fazio già emozionato che in principio tace, ma si parla molto di Rai e politica. Michele Serra inizia l’ultima serata del programma che trasloca su la Nove dall’autunno tracciando la sua personale «storia politica della Rai». Poi verso la fine, dopo l’intensa intervista ad Anthony Hopkins che «volevo intervistare da sempre», dopo la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, il presidente del Napoli De Laurentis e la letterina alla Rai di Luciana Littizzetto, alle spalle di Fabio Fazio compare una grande foto «di tutti quelli che lavorano qui».
Il conduttore fa così il suo saluto e ringraziamento d’addio nell’ultima puntata di Che tempo che fa, prima di introdurre Marco Mengoni (che vinse il suo primo Sanremo proprio con la conduzione di Fazio) in studio con Elodie per presentare il nuovo disco. «Ringrazio tutti i colleghi della Rai, de L’Officina, il trucco il parrucco, tutti. Vorrei anche dire grazie a quelli che in questi giorni si sono fatti sentire», dice un Fazio commosso che esprime un ringraziamento particolare «a Rosanna Pastore e Silvia Calandrelli che hanno cercato in questi mesi fino all’ultimo una soluzione, cercando segnali da Marte che non sono arrivati». Ed aggiunge: «la Rai è la tv di tutti e anche la mia e non posso che volerle enormemente bene. In questi giorni, esattamente 40 anni facevo il mio provino da imitatore e incredibilmente mi hanno preso». «A quel provino c'era Bruno Voglino da cui tutto è iniziato e a lui voglio indirizzare l'ultimo grazie. Andai a fare l’imitatore a Pronto Raffaella la sigla si chiamava Fatalità e io mi sentivo lì proprio per fatalità. Il grazie più grande poi lo voglio indirizzare al pubblico. Sono stati 40 anni bellissimi», conclude Fazio.
La puntata si era aperta con Michele Serra e la sua personale ''storia politica della Rai». Si chiede Serra di che partito fossero «Topo Gigio, il Quartetto Cetra, Tognazzi e Vianello erano uno di sinistra e uno di destra? E per avvicinarsi ai giorni nostri di che partito sono Amadeus, Fiorello, Mara Venier, Vespa lo ha messo Cavour quindi è della destra storica?», per il giornalista «è un discorso cretino, perchè è difficile spiegare con la politica una storia che solo in parte lo è. Il lavoro delle persone per fortuna è più forte, nessuno si è mai chiesto in passato se Topo Gigio fosse di destra o di sinistra ma ora invece tutti si chiederebbero a che partito apparterrebbe». «E' giunto il tempo di una riflessione - conclude Serra - la Rai è dello stato non dei partiti, l'atmosfera rimarrà tossica ora ed è grave perchè ci lavora anche tanta gente per bene».
Si parla di Rai anche con Marco Damilano. ''Andiamo in onda con Il cavallo e la torre fino al 23 giugno, i nuovi dirigenti si sono appena insediati, aspetto di incontrarli» dice. «In tutto questo gioco delle figurine sulla Rai - ha aggiunto - una cosa che si è dimenticata è il pubblico, che paga il canone ed ha il diritto di vedere delle figure...lo dico a Fabio Fazio poi...» si interrompe Damilano e scatta l'applauso del pubblico. Per il giornalista «il servizio pubblico ha in questo senso un dovere in più», e spiega che «i nuovi dirigenti hanno una responsabilità in più perchè devono difendere la Rai dalla politica che cerca di togliere il canone che è una risorsa fondamentale e devono anche difendere l'autonomia e la professionalità di chi lavora in Rai. Ci metto anche la mia».
Poi Luciana Littizzetto arriva nello studio dell’ultima puntata di Che tempo che fa con il carrello montacarichi pronta per il trasloco «a mezzanotte scatta lo sfratto definitivo», dice e punta alla poltrona «questa dobbiamo portarla via qua ci sono stati culi illustri, dovevamo farla firmare». E ipotizza «a chi lasciare i mobili»: i pesci ad Antonella Clerici il tavolo così grande «mettiamolo su Ebay o giusto a Putin». «Stasera puoi fare quello che vuoi» dice Fazio. «Eppur la Nove», mette tra le sue consuete citazioni poi non rinuncia ad una «letterina alla Rai, regina del tubo catodico».
«È finita, non abbiano superato la crisi del settimo governo. Peccato andare via ora. Ho iniziato qui la mia carriera quando Don Matteo era in seminario, Montalbano aveva i cappelli e Vespa aveva solo due nei». Poi con gli occhi velati parla di «anni proprio belli, di allegria, di grandi ascolti, di ospiti importanti. Ogni tanto pestavamo un merdone e ci hai spostato di qua e di là ma abbiamo resistito grazie agli spettatori e grazie al nostro impegno e non grazie ad altro, lo dico a muso duro». «Mi lasci ricordi straordinari, mi lasci Fabio che mi dovrò portare dietro alla prova del Nove. Mi dispiace lasciare tanta gente che lavora e le poltrone che si contendono i capi non le hanno mai viste grazie con tutto il mio cuore grazie a Fabio di tutti questi anni insieme. È l’unico che se fa pessimi risultati tutti gridano e se fa grandi risultati gridano lo stesso».
Inno alla Rai ancora di Luciana Littizzetto prima del trasloco sul Nove dalla prossima stagione: «Ti voglio bene Rai perchè non sei la parte politica che ti controlla. Sei gli artisti», che elenca a lungo. E conclude sperando in un ritorno alla Rai chissà: «spero ci ritroveremo in un’Italia diversa dove chi fa il ministro non abbia paura di chi fa il saltimbanco e ricordati che la Rai è di tutti. Tua affezionatissima Luciana. ps. Bello ciao». Rose rosse per lei e per Filippa Lagerback da un commosso Fabio Fazio.
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