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Aggrediti quasi 7 medici su 10, soprattutto al Sud

(di Livia Parisi)

Dal tentativo di strangolamento fino a stupri o vere e proprie spedizioni punitive, ma anche parolacce e insulti. Il 66% dei medici, ovvero quasi 7 su 10, dichiara di aver subito un'aggressione da parte dei pazienti.
    Di questi, oltre due su tre sono stati aggrediti verbalmente, mentre la restante parte fisicamente. E' una sorta di bollettino di guerra quello che emerge dall'ultimo sondaggio condotto dal sindacato Anaao Assomed, ancora tragicamente attuale dopo l'aggressione al medico di Crotone ferita gravemente al collo con un cacciavite.
    Le aree più a rischio sono la psichiatria e il pronto soccorso, ma soprattutto i pericoli maggiori si corrono nel Mezzogiorno: arriva infatti al 72% nel Sud e nelle Isole il numero di medici che denuncia aggressioni, e sale all'80% tra chi, di loro, lavora nei pronto soccorso. "Il quadro - secondo Costantino Troise, segretario dell'Anaao - e' estremamente preoccupante".
    Nello specifico, secondo l'indagine Anaao condotta nella prima metà dell'anno su un campione di 1.280 iscritti, il 34% delle aggressioni fisiche ha riguardato medici dei reparti di Psichiatria/SERT (il 34%) e il 20% i medici di Pronto soccorso/118, seguono medicina interna (7%), chirurgia generale (4%). Il 23% degli intervistati ha risposto di essere a conoscenza di casi di aggressione da cui è scaturita invalidità permanente o decesso. Smarrimento, rabbia e solitudine sono i sentimenti più diffusi in chi ne e' vittima.
    Quanto alle cause, i medici le attribuiscono a fattori socio-culturali per il 37%, al definanziamento del Servizio Sanitario per il 23%, a carenze organizzative per il 20%. Negli ultimi anni, commenta Troise, "abbiamo assistito a un escalation" e "la frustrazione dei pazienti aumenta laddove ci sono più carenze di personale e di posti letto".
    Tra le iniziative in cantiere, annuncia la Fnomceo, una raccolta di firme a sostegno di una proposta di legge volta a equiparare le aggressioni contro gli operatori sanitari a quelle contro un pubblico ufficiale, con conseguente aumento delle pene e possibilita' di procedere d'ufficio. 
   

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