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Intestino e mente, ciò che mangiamo influenza l'umore

La gioia, la felicità (così come la tristezza) nascono nell'intestino. Da ciò che mangiamo e non soltanto dai condizionamenti psicologici, sociali e affettivi. Le molecole chimiche del cibo nell'intestino si trasformano per diventare vita, per costruire l'organismo, e c'è un legame importante tra questo organo e il cervello. È l'affermazione alla base della psicobiotica, che studia gli effetti del microbiota intestinale e degli alimenti sul cervello e sul tono dell'umore. Ed è ciò da cui muove le basi il nuovo libro, edito da Aboca Edizioni, del professor Pierluigi Rossi, specialista in Scienza dell'Alimentazione, in Igiene e Medicina Preventiva, docente del Master Alimentazione ed Educazione alla Salute dell'Università di Bologna, di quello in Dietetica e Nutrizione della Cattolica di Roma e di Nutrizione Molecolare al Master in Medicina Estetica dell'Università di Sassari. Il volume, "L'intestino il sesto senso del nostro corpo. Alimentazione consapevole e biochimica della gioia", illustra come gli stati d'animo 'si nutrano' di molecole e quindi di alimenti. E fornisce gli strumenti per selezionarli con consapevolezza, permettendo di creare la propria identità biologica e la propria salute psichica. Il concetto da tenere sempre a mente è appunto biochimica della gioia. "La gioia - spiega il professor Rossi - nasce dalla salute intestinale. L'intestino produce circa il 90% della serotonina, il neurotrasmetitore della serenità. Il 10% viene prodotto dal cervello. Quando il cibo entra nell'intestino lascia il suo segno, se abbiamo avuto un'alimentazione errata, aggredisce le pareti intestinali, le cellule sensoriali poste all'interno e l'intestino non produce più la serotonina". Un'alimentazione errata genera un microbiota tossico, una sana e consapevole può portare alla biochimica della gioia. La rivoluzione agricola e industriale ha introdotto profonde e rapide modifiche nella composizione dell'alimentazione. Da una dieta con alto contenuto di carboidrati complessi e fibre alimentari si è passati a una contenente un'alta percentuale di grassi e carboidrati semplici, cereali raffinati, zuccheri e oli vegetali. La zootecnia intensiva, inoltre, ha generato un'offerta di carne con un alto contenuto di grassi saturi. Questi, assieme a un eccesso di carboidrati semplici possono incidere sulla salute del cervello aumentando il rischio di malattie mentali e altri disturbi metabolici, come diabete e malattie cardiovascolari. Con una dieta a base di questi nutrienti, povera di fibra alimentare e di modulatori genici di origine vegetale e marina si sono sviluppati nel nostro microbiota batteri aggressivi, responsabili della produzione di lipopolisaccaride che crea nel cervello depressione, tristezza, apatia, affaticamento. Il nuovo volume propone un metodo molecolare di alimentazione consapevole, che si basa sulla conoscenza delle molecole nutrienti contenute negli alimenti.

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