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Il mondo va verso una pandemia di Parkinson

 Il mondo sta per affrontare una vera e propria epidemia di Parkinson, causata prevalentemente dall'invecchiamento della popolazione, col numero dei casi che potrebbe raddoppiare da qui al 2040 per arrivare a 12 milioni.
    L'allarme viene dalle pagine del Journal of Parkinson's Disease, che ha dedicato un supplemento speciale all'argomento.
    Di tutti i problemi neurologici, sottolineano gli esperti, il Parkinson è quello che cresce più rapidamente. Tra il 1990 e il 2015 il numero di pazienti nel mondo è raddoppiato, passando da tre a sei milioni, e questo numero potrebbe arrivare a 12 entro i prossimi 20 anni. "Alcuni fattori addizionali all'invecchiamento - sottolinea Patrik Brundin, direttore della rivista -, come l'aumentata longevità, il calo del numero dei fumatori, con il tabacco che sembra avere un effetto protettivo nei confronti della malattia, e l'aumento dell'industrializzazione, con la sempre maggiore esposizione a sostanze come pesticidi e metalli pesanti che aumentano il rischio, rischiano di portare il numero addirittura a 17 milioni".
    La pandemia è prevenibile, conclude la rivista, soprattutto se si mettono in atto tre interventi per prevenire la malattia e supportare e curare i pazienti. Da una parte serve una maggiore comprensione delle sue cause, inoltre bisogna rendere uniformi in tutto il mondo i modelli di cura e infine c'è la necessità di studiare nuove terapie, visto che la più efficace attualmente, la levodopa, ha cinquant'anni. (ANSA).
   

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