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Celiachia, in 40 anni triplicate le diagnosi in Italia

In Italia, in 40 anni, sono triplicate le diagnosi di celiachia e in 200mila - ovvero i pazienti diagnosticati - hanno trovato una cura.

Resta però tanta strada da fare, perché si stima che altre 400.000 persone, circa il 70% del totale dei 600.000 casi attesi nel nostro Paese, siano intolleranti al glutine senza ancora saperlo.

A sottolinearlo è l’Associazione italiana celiachia (Aic), che celebra il suo quarantesimo compleanno con l’Assemblea Nazionale annuale in cui si affronteranno le sfide ancora aperte. Nell’ultimo anno il numero di nuovi pazienti individuati ha subito una battuta d’arresto, avverte l’Aic, e «serve perciò maggiore attenzione».

«La diagnosi precoce di celiachia è una forma indispensabile di prevenzione ed è perciò fondamentale: il celiaco inconsapevole che assume glutine si espone a complicanze anche gravi, spesso irreversibili, che ne compromettono la salute e gravano sull'intera collettività per i costi sanitari e sociali che ne derivano - precisa Marco Silano, Coordinatore del Comitato Scientifico di Aic -. Purtroppo oggi esiste il fenomeno dei 'pazienti camaleontè e sono quelli che dobbiamo scovare: si tratta di persone con sintomi non classici della celiachia e inizialmente non riconducibili a questa patologia, dall’osteoporosi all’infertilità, dall’anemia alle afte frequenti in bocca e i medici devono essere 'allenatì a sospettare la celiachia di fronte a questi sintomi».

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