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Ecco l'influenza ma il virus non è nuovo: attesi meno casi

Il virus dell’influenza di tipo A-H3N2 isolato in un bambino di 9 mesi a Parma - il primo caso identificato e che segna l’avvio ufficiale della stagione influenzale 2020-21 nel nostro Paese - è un virus «non nuovo, rispetto al quale una gran parte della popolazione adulta ha dunque già sviluppato gli anticorpi».

Ad affermarlo all’ANSA è Adriana Calderaro, direttrice della Scuola di Specializzazione in Microbiologia e Virologia dell’ateneo di Parma, la cui equipe ha effettuato l’isolamento del primo caso. Per questo, sottolinea, «non ci attendiamo grandi numeri nella popolazione adulta». Questo, sottolinea, «lascia ben sperare sul fatto che si possano venire a determinare meno sovrapposizioni con la sintomatologia da Covid».

«Si tratta di un virus non nuovo e che ha circolato già negli anni scorsi, negli ultimi 4 anni, e per il quale - spiega Calderaro - la maggior parte della popolazione ha dunque già sviluppato gli anticorpi. Molta della popolazione adulta ha cioè già incontrato questo virus».

Per questo, sottolinea l’esperta, «nella popolazione adulta non ci attendiamo grandi numeri in termini di casi» e, dunque, la speranza è che prevedendo meno casi al momento, si possa venire a determinare anche una minore sovrapposizione tra casi di influenza stagionale e casi con sintomatologia analoga ma da Covid-19.

Al momento, afferma, «la situazione non è di allarme». Diverso il discorso per quanto riguarda i bambini: «È presumibile che molti non siano entrati in contatto con questo virus influenzale, data l’età, e dunque siano più suscettibili». Il ceppo, precisa Calderaro, è «comunque ricompreso nella formulazione del vaccino antinfluenzale di quest’anno».

Quanto al leggero anticipo temporale con cui quest’anno è stato isolato il primo caso di influenza stagionale, «tale anticipo non è particolarmente indicativo, né indica una maggiore virulenza del virus. Infatti - chiarisce Calderaro - i virus influenzali, in realtà, circolano tutto l’anno, continuamente e indipendentemente dalle stagioni, ma la comparsa di casi influenzali dipende da vari fattori».

Primi fra tutti, «la numerosità dei soggetti ricettivi nella popolazione e le condizioni meteo che, con l’arrivo del freddo, favoriscono la permanenza in luoghi chiusi e più affollati». Restano le indicazioni già emanate dal ministero della Salute con la circolare per la stagione influenzale 2020-21, in cui si raccomanda la vaccinazione antinfluenzale innanzitutto alla fasce fragili della popolazione, come anziani e malati cronici, e si estende la raccomandazione ad effettuare la vaccinazione anche ai bambini da 6 mesi a 6 anni ed ai soggetti a partire dai 60 anni di età.

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