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Dal mondo della ricerca un appello per l'uso etico delle neurotecnologie

Modificare la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo per includere anche i possibili usi scorretti che derivano dalle nuove possibilità di manipolare direttamente processi mentali e meccanismi cerebrali legati a intenzioni, emozioni e decisioni: è l'appello lanciato su Nature da 27 esperti di neuroscienze e neurotecnologie, intelligenza artificiale ed etica, alcuni dei quali impegnati in aziende come Google.

Vengono sollecitati il dibattito e l'azione nel rispetto di quattro priorità etiche: privacy e consenso; identità e capacità decisionale; equità; limiti di sviluppo. "Stiamo arrivando a un punto in cui sarà possibile decodificare i processi mentali delle persone e manipolare direttamente i meccanismi cerebrali che sono alla base di intenzioni, emozioni e decisioni - si legge nell'appello - ; gli individui potranno comunicare con gli altri semplicemente pensando; e potenti sistemi di calcolo collegati direttamente al cervello delle persone faciliteranno le loro interazioni con il mondo, in modo che le loro capacità mentali e fisiche siano notevolmente potenziate".

Gli esperti propongono, ad esempio, l'inserimento di clausole nei trattati internazionali, come la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, perché "i possibili benefici che possono portare le neurotecnologie nella salute e nel sociale sono vasti, ma "per coglierli - concludono - dobbiamo guidare il loro sviluppo in modo che rispetti, protegga e sviluppi ciò che è meglio per l'umanità".

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