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Vino, battaglia legale sulla Doc Nero d'Avola

S'inasprisce la guerra legale sul vino Nero d'Avola tra la Regione siciliana e la casa vinicola Duca di Salaparuta, scoppiata quasi tre anni fa con l'esclusione del vitigno siciliano più noto da quelli Igt e il conseguente obbligo di usare la generica indicazione " Terre siciliane" per tutti i vini non Doc.

L'ultima parola è del Consiglio di Stato a cui la Regione si è rivolta dopo che il Tar del Lazio ha accolto il ricorso della Duca di Salaparuta. Secondo l'azienda, scrive Repubblica-Palermo, "la modifica del disciplinare comporterebbe in sostanza la cessazione dell'impresa, costringendo Duca di Salaparuta a non produrre più, ovvero a sostenere ingenti costi imprenditoriali per trasformare le linee produttive e passare alla Doc, con una pausa forzata di alcuni anni.

Di conseguenza, il consumatore non potrebbe più acquistare un Nero d'avola Igt Terre siciliane, ma sarebbe obbligato ad acquistare unicamente un Nero d'Avola Doc, a costi maggiorati". L'azienda controlla i marchi Corvo e Florio e imbottiglia oltre un milione di bottiglie di Nero d'Avola.

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