Operazione congiunta contro la 'ndrangheta di polizia e i carabinieri che hanno effettuato 35 perquisizioni nelle province di Reggio Emilia, Modena, Ancona, Parma, Crotone, Milano, Prato, Pistoia e Latina, eseguendo 10 misure cautelari personali (sette custodie in carcere, due arresti domiciliari ed una misura interdittiva).
I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Bologna Alberto Ziroldi, su richiesta della Procura-Direzione Distrettuale Antimafia, sulla base di due filoni investigativi coordinati dai Procuratore Giuseppe Amato e Beatrice Ronchi e che complessivamente vedono indagati 29 cittadini italiani.
L’indagine è incentrata sull’organizzazione del gruppo emiliano, storicamente legato alla cosca Grande Aracri di Cutro, ma che agiva in autonomia, con “enorme capacità di infiltrazione nei settori centrali della economia e della vita civile”, come sottolineano gli inquirenti.
Al centro dell’inchiesta ‘Perseverance’ ci sono esponenti di famiglie già colpite dall’operazione 'Aemilia', storico processo contro la ‘ndrangheta in Emilia-Romagna, che erano ancora in libertà. Si tratta nello specifico di Giuseppe Sarcone Grande, fratello di Nicolino, Gianluigi e Carmine, già arrestati e condannati come esponenti della ‘ndrangheta emiliana e Salvatore Muto, fratello di Luigi e di Antonio.
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