Guerra di camorra a... Firenze. Il video choc dell'attentato a una pizzeria
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Disponevano di armi ed erano pronti ad azioni violente compreso l’omicidio, gli associati del clan che si erano insediati a Firenze, scegliendo come base operativa una pizzeria acquistata poco dopo l’inizio della pandemia. E’ quanto emerso in merito alle indagini che oggi hanno portato all’arresto di 10 persone nell’ambito di un’operazione di polizia e guardia di finanza di Firenze che avrebbe portato a bloccare l’ascesa di un clan camorristico della provincia di Salerno, quello dei Cuomo.
#GdF e @poliziadistato di #Firenze con il coordinamento di #Scico e #Sco. Eseguite 13 misure cautelari per #associazione #mafiosa e numerosi #reati commessi per agevolare un #clan camorristico di #Salerno.#NoiconVoi pic.twitter.com/w4Bcr47HvR
— Guardia di Finanza (@GDF) September 10, 2021
In base alle indagini, gli associati avrebbe avuto la disponibilità di almeno cinque pistole, due delle quali nascoste proprio nel locale. I componenti del clan avrebbero anche organizzato spedizioni punitive a Nocera Inferiore, per commettere azioni dimostrative contro i componenti del clan rivale, indicato nelle intercettazioni come «quelli di Piedimonte», che li avevano scavalcati nel controllo del territorio nel Nocerino. "Questa volta se ti metti in mezzo a Nocera devi fare il morto": così uno degli associati al clan Cuomo spiega la strategia del gruppo in caso di nuovi contrasti col gruppo rivale. «Un bel furgone - prosegue - con due che guidano il furgone e altri dietro e tu dietro a tutto... Tu gli devi dire è questo qua... Quelli devono aprire gli sportelli, se lo tirano dentro, lo portano in una parte già col fosso fatto e lo butti là dentro». Il gruppo, così gli inquirenti, era capeggiato da Michele Cuomo e, di poco sotto nella gerarchia, dal fratello Luigi, formale titolare della srl che gestiva la pizzeria di Firenze, entrambi destinatari della misura di custodia cautelare in carcere. In manette anche i due uomini considerati al livello più alto del gruppo operativo: Domenico Rese e Filippo Boffardi. Sempre in carcere sono finiti Gennaro De Prisco, incaricato tra l'altro di custodire le pistole e il relativo munizionamento, e i due uomini del gruppo rivale accusati dell’attentato incendiario alla pizzeria, Luigi D’Auria e Sabato Mariniello. (ANSA)