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Marmolada, rintracciati 8 dispersi: mancano all'appello 5 persone. I morti sono sette

Scende, anche se rimane drammatico, il bilancio della tragedia sulla Marmolada. Se i morti rimangono fermi a sette - è stata identificata la quarta vittima - è fortunatamente disceso a cinque il numero dei dispersi, con otto persone che hanno dato buone notizie di sé.

Scende, anche se rimane drammatico, il bilancio della tragedia sulla Marmolada. Se i morti rimangono fermi a sette - è stata identificata la quarta vittima - è fortunatamente disceso a cinque il numero dei dispersi, con otto persone che hanno dato buone notizie di sé. E tutto il massiccio è diventato off limits, con la decisione del comune di Canazei di rinforzare le misure contro i curiosi che numerosi si avvicinano al Fedaia. Un disastro su cui oggi ha invitato a riflettere il presidente Mattarella, durante la sua visita in Mozambico, come "elemento simbolico di quello che il cambio climatico, se non governato, sta producendo nel mondo.

Richiede piena collaborazione di tutti, sennò non è governato. Ci sono Paesi che non si impegnano. Occorre richiamare tutti - ha ammonito - ad assumere impegni ulteriori». Al conto dei "sommersi e salvati" della Marmolada oggi si aggiunge come vittima Liliana Bertoldi, 54 anni, commerciante ambulante di Levico (Trento); resta in ballo l’identità di un morto, ancora non identificato, che potrebbe coincidere con uno dei dispersi, tutti italiani. Il totale sarebbe di 11-12 persone, più o meno il numero stimato da due testimoni francesi, che si trovavano in zona al momento del distacco della frana. Otto infine i feriti, dei quali uno dimesso dall’ospedale. Terminato anche il lavoro di attribuzione delle auto che erano parcheggiate a passo Fedaia.

E’ «rientrato» nel conto dei sopravvissuti anche il paziente sconosciuto in prognosi riservata all’ospedale di Treviso. Grazie ai reperti consegnati dai genitori al presidente del Veneto, Luca Zaia, è stato possibile accertare che si tratta di un trentenne residente a Fornace, in provincia di Trento. Per il resto, è continuata l’incessante opera di ricerca da parte del Soccorso Alpino, della Guardia di Finanza sulla sommità del monte, sempre con l’utilizzo di droni per la ricognizione sulla superficie gelata, quindi con brevissime discese per il recupero dei reperti. Il capo del Soccorso Alpino, Maurizio Dellantonio, ha definito i ritrovamenti «dolorosi», prevalentemente «parti umane di dimensioni molto piccole, tanti neanche collocabili in una parte del corpo o l’altra. Tutti quanti verranno esaminati - ha annunciato - per trovare anche un minimo di relazione tra un reperto e l’altro».

E oggi sono emersi dal ghiaccio altri resti, oggetti o brandelli di vestito ma anche reperti umani, la cui attribuzione non è certa e per cui non entrano nel computo delle vittime. Questo sarà un compito anche per gli accertamenti sul Dna, che verranno eseguiti dal Ris di Parma. Domani è in programma una riunione operativa presso la Procura della repubblica di Trento, che non ha ancora dato il nulla osta per lo svolgimento dei funerali delle vittime.

Oggi intanto il Comune di Canazei ha emesso un’ordinanza che esplicita la chiusura totale del massiccio della Marmolada, sia sul versante trentino dove si è consumata la tragedia, sia su quello veneto. Un modo anche per scoraggiare i curiosi che affollano la strada per passo Fedaia, da cui si vede nettamente il grande "scalino" provocato dal seracco caduto. «In concreto non cambia niente - ha precisato il sindaco Giovanni Bernard - nel senso che già da domenica, dopo la tragedia, c'era la chiusura della Marmolada. Abbiamo capito che forse al momento non c'era stata comunicazione, però il provvedimento era di chiusura fin dall’inizio». Bernard ha anche preannunciato l'intenzione di proclamare una giornata di lutto cittadino per sabato prossimo. E’ stato anche il giorno della rabbia per alcuni dei congiunti dei dispersi. La madre di un giovane ha protestato contro l’invadenza dei giornali sulla propria vita privata; la sorella della dispersa Erica Campagnaro ha promesso di «andare fino in fondo» e capire perché domenica non fosse stato diramato un avviso di pericolo «con l’acqua che scendeva sotto il ghiacciaio». «Capisco la rabbia dei parenti - ha commentato il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti - ma è stato un evento eccezionale, direi unico».

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