Al sesto giorno di guerra con i palestinesi, nel suo sforzo per piegare Hamas e interrompere i lanci di razzi, Israele ha bombardato la torre dei media a Gaza, un palazzo di 15 piani che ospitava gli uffici di Associated Press e di Al Jazeera. E’ stato l’evento centrale di una giornata cominciata, dopo una notte di bombardamenti sull'enclave palestinese, con un raid israeliano che ha ucciso otto bambini e due donne, tutti membri di una stessa famiglia in un campo profughi palestinese.
Intanto, la diplomazia si muove a fatica e la proposta di tregua, presentata con la mediazione egiziana e accettata da Hamas, è stata respinta da Israele. L’emissario americano, Hady Amr, inviato dall’amministrazione Biden per cercare una de-escalation, è arrivato venerdì a Tel Aviv e oggi doveva incontrare le autorità israeliane e poi spostarsi in Cisgiordania. Da Washington hanno fatto sapere che lavora a «una calma duratura» ma ancora non si vede ancora alcuna via d’uscita.
Hamas utilizzava i media «come scudi umani» e per nascondere «le sue risorse militari": l’esercito di Israele ha giustificato così il bombardamento della torre di al-Jala. All’interno dell’edificio si trovavano non solo redazioni e uffici delle due importanti organizzazioni media, ma anche di altre società oltre ad appartamenti privati. L’esercito ha dato un’ora di tempo agli occupanti per evacuarlo e mettersi al riparo.
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