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Fabrizio De André - Il pescatore

La canzone narra di un assassino, probabilmente scappato da un carcere, che durante la sua fuga viene inseguito da due gendarmi che cercano di catturarlo per riportarlo in prigione.
Nel bel mezzo della sua fuga finisce su una spiaggia dove trova un pescatore "che aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso".
Stremato dalla fame e dalla sete chiede aiuto al pescatore che, senza indugiare, gli offre il proprio pane ed il proprio vino.
Qui balza agli occhi la visione vangelica del perdono, ricorrente in molte canzoni di Faber: con quel gesto il cantante sembra dirci che il Pescatore ha umana pietà verso il bandito e non lo tratta come un criminale, bensì come un essere umano che ha bisogno di aiuto.
Dopo aver mangiato, l'assassino riprende la sua fuga, senza voltarsi indietro.
Sulla spiaggia giungono anche i gendarmi, che chiedono al Pescatore se avesse visto l'assassino.
A questo punto la canzone si ferma, ripetendo solo che il Pescatore era lì, con un "solco lungo il viso come una specie di sorriso".

Le interpretazioni sono state tante, alcune assolutamente indegne, come qualcuno che ha ipotizzato che il solco lungo il viso del Pescatore fosse il segno che l'assassino aveva a quest'ultimo tagliato la gola, o che forse gli stessi Gendarmi, non vedendolo rispondere, avessero deciso di punirlo.

In realtà il significato è molto più bello e profondo e per una corretta interpretazione dobbiamo attenerci al dato testuale, ove non risulta nulla di quanto precede.

Orbene, il significato più semplice è che il Pescatore abbia aiutato l'Assassino "occhi grandi grandi da bambino".
Tali occhi da bambino significano ingenuità, come un bambino che non si è reso conto di cosa ha fatto: in questo il Cantante vede la scriminante all'errore commesso. Tale scriminante infonde al Pescatore la forza di perdonare l'errore, proprio come se fosse un sacerdote, che attraverso il pane ed il vino lo monda da ogni peccato.

Ma vi è un unico significato che, nascosto realmente tra le righe della canzone, forse può fornirci un elemento o qualche domanda in più.

"Dietro alle spalle un pescatore
e la memoria è già dolore
è già il rimpianto di un aprile
giocato all'ombra di un cortile."

Questo, nella logica di De Andrè significa che qualcuno è stato in carcere durante la giovinezza, che nelle canzoni di De Andrè viene spesso paragonata al mese di Aprile o di Maggio: la primavera della vita.
Ora, sembra che l'assassino, vedendo la compassione del Pescatore, abbia il primo vero pentimento per le sue malefatte e si sia reso conto che, se non avesse fatto del male a qualcuno, non avrebbe perso gli anni della sua giovinezza in carcere (il cortile è quello del penitenziario dove era rinchiuso).

Ma l'interpretazione personale che io preferisco è che una sorta di narratore fuori scena ci stia raccontando che in realtà sia stato il Pescatore, durante la sua giovinezza, a giocarsi molte primavere dietro le sbarre.

Questo darebbe senso al gesto umano del Pescatore che, sapendo che cosa si prova ad essere privati della libertà, decide di aiutare il Pescatore ed attraverso di lui riscattare la sua giovinezza.

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